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    Un’insegna che non è solo un nome

    “Via Elio Toaff – Rabbino Capo – 1915-2015”.

    Tra via del Tempio e via Catalana, nel cuore del quartiere ebraico, davanti alla casa dove ha abitato per gran parte della sua vita, campeggia ora un insegna con il suo nome. Un riconoscimento meritato, visto che Rav Elio Toaff ha segnato la storia non solo della comunità ebraica capitolina, di cui è stato grande protagonista, ma anche dell’intero Paese.

    Rabbino capo di Roma per mezzo secolo, dal 1951 al 2001, Toaff ha attraversato tutta la storia di questa città e della sua comunità. Prima ancora, però, ci sono stati gli studi livornesi e i primi incarichi come rabbino ad Ancona e a Venezia. Nel dopoguerra, il suo ruolo fu determinante nella ricostruzione dell’ebraismo. Si impegnò per la fondazione degli enti assistenziali e culturali, ma si prodigò anche in un importante supporto all’attività sionista: insieme a Raffaele Cantoni e ad altri attivisti, avviò associazioni culturali e assistenziali per accogliere gli ebrei profughi dell’Est in attesa di emigrare e favorì i loro spostamenti verso il mandato britannico di Palestina. Riuscì nell’impresa di stimolare una ripartenza dell’ebraismo italiano sotto il profilo religioso, sociale, economico, demografico, culturale. Una funzione determinante la svolse sotto il profilo didattico: si impegnò a guidare il ritorno dell’ebraismo alla Torà con una grande capacità nel trasmettere passione agli studenti, grazie alle sue lezioni fatte di calore umano, leggerezza ed esperienze di vita. A questo percorso già straordinario nell’ebraismo romano e italiano, si aggiunge il contributo strategico al dialogo con il cristianesimo, culminato con il momento simbolico della visita di Giovanni Paolo II in Sinagoga il 13 aprile 1986. Ciò è servito per dar vita a un dialogo prima impensabile, che si colloca in quel progetto di Toaff di fare dell’ebraismo una componente importante, pur minoritaria, nella società italiana. La visita di Wojtyla, primo pontefice in una sinagoga, fu un gesto rivolto a tutto l’ebraismo e nel contempo a tutto il mondo cristiano; fu un momento storico in grado di dare nuovo impulso al cammino del dialogo, di enorme impatto emotivo e mediatico.

    Elio Toaff riuscì a rendere la minoranza ebraica parte integrante del mondo esterno. Proprio questa sua straordinaria capacità di andare oltre il già impegnativo e difficile compito di ricostruire l’ebraismo romano lo ha reso un protagonista della scena pubblica nazionale e anche oltre. Il suo nome nella toponomastica di questa città permette di ricordare proprio l’impegno profuso in molteplici direzioni e il suo contributo a un’importante pagina di Storia.

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