Rischiò la propria vita per salvare Massimo Foa e i coniugi Mario Zargani ed Eugenia Tedeschi dalla deportazione durante la Seconda guerra mondiale. Suor Giuseppina Demuro oggi pomeriggio sarà riconosciuta ‘Giusta fra le Nazioni’ dallo Yad Vashem, il memoriale della Shoah di Gerusalemme.
Il titolo, ottenuto grazie all’interessamento della Comunità ebraica di Torino, sarà conferito al museo del carcere Le Nuove di Torino, luogo in cui dal 1925 al 1965 la religiosa si dedicò al servizio dei detenuti.
Saggista e imprenditore, Massimo Foa, mancato dieci anni fa, aveva appena nove mesi quando grazie a suor Giuseppina venne fatto uscire di nascosto in mezzo alle lenzuola sporche del carcere e affidato a Tilde Roda Boggia, che lo allevò come un figlio. Anche i genitori Guido Foa ed Elena Recanati e il nonno paterno Donato furono arrestati a Canischio dai militari della X Mas, condotti al carcere Le Nuove e poi deportati. Il padre fu ucciso probabilmente durante la Marcia della morte, mentre la madre si salvò miracolosamente dall’orrore dei campi di sterminio di Auschwitz e Bergen Belsen.
Per mettere in salvo i coniugi Zargani e Tedeschi, catturati nel biellese e portati nel carcere, Suor Giuseppina inventò una malattia allo scopo di farli trasferire in ospedale e poi scappare. Mario Zargani, violinista del Teatro Regio e dell’Eiar, società precedente alla Rai, nel 1938 fu espulso dall’orchestra a causa delle leggi razziali. Il figlio Aldo e il fratello Roberto trovarono la salvezza nascondendosi in un convento salesiano.
Nella foto: Massimo Foa e la madre Elena Recanati. Fonte CDEC