Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Storia di un libro poco piacione, Giampiero Mughini racconta la storia di Telesio Interlandi

    “A via della Mercede c’era un razzista. Lo strano caso di Telesio Interlandi” è un ibrido. A metà tra saggistica storica e narrativa, questo libro racconta le vicende alterne del fascistissimo Telesio Interlandi. Quello che Leo Longanesi ritenne essere stato il miglior giornalista del fascismo vittorioso, nato in Sicilia e da lì scappato alla volta di Roma, dove nel 1926 diventerà il redattore del quotidiano romano “Il Tevere”. Furente apologeta del fascismo, direttore del giornale voluto da Mussolini “La difesa della razza”, Interlandi subì le sorti di molti intellettuali fascisti che in tempo di pace dovettero sottostare alle volontà dei “vincitori”, a cui poco importava dei diritti dell’accusato e per cui la sete di vendetta superava di gran lunga la sete di giustizia. Nell’estate del 1945 il protagonista ebbe la fortuna di conoscere l’avvocato socialista bresciano antifascista Enzo Paroli che per pietà nascose lui e famiglia per otto mesi nello scantinato di casa propria. 

    Affascinato dalla storia, raccontata dallo stesso Sciascia, Mughini telefonò a Interlandi figlio per avere quante più informazioni in merito a questo ipnotico caso. Tra quadri di buona fattura e arredi importanti, l’architetto Cesare Interlandi raccontò i particolari della lunga vicenda. 

    Correva il 1989, a breve sarebbe morto Sciascia e sarebbe spettato a Mughini il compito di scrivere questo libro scomodo e dalla storia editoriale picaresca di cui la casa editrice Rizzoli non andò mai molto fiera. 

    A 29 anni dalla prima pubblicazione, il testo va in ristampa con Marsilio specchi dove una breve introduzione dell’autore dal titolo eloquente “Storia di un libro poco piacione” contestualizza storia e luoghi della vicenda. 

    Questo libro si sottrae a una visione manichea della realtà: fascisti da una parte e antifascisti dall’altra. Si pone a cavallo tra diversi stili ed è nutrito da un’appassionata attenzione per l’imparzialità storica. Una prosa chiara e avvincente che non descrive solamente il destino di un personaggio presto dimenticato, ma indirettamente alcuni meccanismi politici e giustizialisti di un’Italia a cui sarebbe servito ancora tempo per venire a patti con il fascismo.

    CONDIVIDI SU: