“L’attività degli organismi informativi in direzione della destra radicale ha necessariamente tenuto conto di uno scenario di fondo che, confermando gli allarmi lanciati nei più qualificati consessi internazionali d’intelligence, ha fatto registrare gravissimi attentati, a partire da quello di Christchurch del 15 marzo, e una molteplicità di episodi di violenza motivati dall’intolleranza religiosa e dall’odio razziale. Tali eventi hanno testimoniato l’emergere di insidiosi rigurgiti neonazisti, favorito da una strisciante, ma pervasiva propaganda virtuale attraverso dedicate piattaforme online, impiegate per veicolare documenti, immagini e video di stampo suprematista, razzista e xenofobo”. E’ quanto emerge dalla ‘Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2019’. “Il fenomeno, che nella sua dimensione associativa presenta numeri contenuti, alimenta soprattutto, in analogia con quanto avviene nell’ambito della radicalizzazione jihadista, percorsi individuali di adesione al messaggio oltranzista – continua la relazione – I profili più esposti, come emerge dalla casistica delle azioni, sono quelli dei più giovani, maggiormente vulnerabili ad una retorica che, da un lato, esalta il passaggio all’azione quale unica via per ‘mutare l’ordine delle cose’, dall’altro, offre un recinto identitario in cui riconoscersi ed esaltarsi”. (Sci/AdnKronos)