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    PREFETTURA E COMUNITA’ EBRAICA ROMA CONSEGNANO MEDAGLIE D’ONORE A FAMILIARI DEPORTATI

    All’importanza del ricordare il genocidio del popolo ebraico compiuto dai nazifascisti, è stato istituito da tempo un giorno speciale – il Giorno della Memoria – che coincide con il 27 gennaio, giorno dell’apertura dei cancelli di Auschwitz. Ma la Memoria, soprattuto per la sua valenza educativa rivolta alle nuove genrazioni, non si limita solo a quel Giorno, ma bisogna coltivarla costantemente, ricordando il sacrificio di chi solo perché ebreo, o antifascista, perse la vita o fu internato.

    E’ questo il senso della cerimonia tenutasi oggi nella Prefettura di Roma dove sono state consegnate – dal prefetto Gerarda Pantalone – 41 Medaglie d’onore alla memoria ai familiari dei cittadini italiani, civili e militari, deportati nei lager nazisti. Una celebrazioni rivolta in particolare ai giovani, con la presenza degli studenti del Liceo Classico ‘Virgilio’ e della Scuola Ebraica di Roma.

    Oltre al prefetto erano presenti , il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Roberto Morassut, la sindaca Virginia Raggi, il questore Carmine Esposito, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e Nando Tagliacozzo, superstite del rastrellamento del Quartiere ebraico del 16 ottobre 1943, testimone diretto della Shoah.

    “Le medaglie d’onore alla memoria che costituiscono un tributo alla memoria ufficiale – ha detto il prefetto -. Per voi familiari oggi è un giorno importantissimo, porterete queste medaglie nelle vostre case, non è solo qualcosa di simbolico, conservatele tra le cose più care, perché siano una testimonianza e un valore da tramandare”. “Se la Shoah rimane l’apice della follia umana – ha continuato il Prefetto – possiamo ricordare tanti episodi più attuali, come discriminazioni per razza e religione qualcosa di più sottile ma non meno pericoloso, dettato dall’insicurezza e dalla non conoscenza che ci fa avere un approccio, col tema delle migrazioni, di rifiuto alla complessità che l’epoca attuale ci impone”. “L’importanza di fare memoria con i giovani – ha concluso – ci è imposta dall’attualità, da tutti quegli episodi che non sono estranei alla nostra Europa, a quei rigurgiti di razzismo, discriminazione, violenza verbale e fisica verso il diverso, se non con vere e proprie forme di antisemitismo che auspicavamo fossero passate del tutto. Io non faccio fatica a riferirmi agli episodi degli ultimi giorni e mi riferisco a Mondovì, in provincia di Cuneo, a Brescia, mi riferiscono ai vergognosissimi attacchi alla senatrice Segre o peggio ancora al direttore di Repubblica, ancora più gravi perché colpiscono libertà del pensiero e della sua divulgazione”.

    Sul rapporto tra Shoah e antisemitismo moderno è intervenuta Ruth Dureghello: “Quella ebraica è una comunità che vive a Roma da oltre duemila anni che ha costruito un modello di convivenza che è resistito negli anni. Abbiamo vissuto la persecuzione, le leggi razziali, abbiamo visto i bambini cacciati dalle scuole, i professionisti rimossi dai loro incarichi fino alla deportazione. La Shoah è stata un’operazione svolta a tavolino nell’indifferenza e nell’opportunismo di molti. Oggi ci ritroviamo a combattere anche con nuovi antisemitismi che sono quelli che negano il diritto a esistere dello Stato di Israele”.

    “La memoria – ha spiegato ai giovani Virginia Raggi – va esercitata e praticata, perche’ siamo e portiamo sulle nostre spalle il peso della nostra storia. Dobbiamo ripercorrere e non dimenticare mai le bassezze della Shoah, solo ricordando e vivendo potremo fare una scelta”. “Nella vita dovrete fare tantissime scelte – ha aggiunto – ma in una epoca complessa come questa, in cui vengono lanciati messaggi semplificati che parlano alla pancia delle persone ed utilizzano la paura e la discriminazione per il diverso, potrebbe essere facile scivolare. Io scelgo di stare con i piu’ deboli, sempre, il male del nostro tempo e’ l’indifferenza ma qualunque cosa facciano la fanno a qualcuno di noi”.

    “I giovani e la scuola costituiscono il punto di incontro tra la storia e il futuro – ha spiegato l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Berardino -. Per questo la presenza dei ragazzi oggi è fondamentale, perché getta basi solide sulla vita democratica della nostra comunità e del nostro Paese. L’approfondimento delle più brutte pagine della storia del Novecento, anche grazie all’incontro con i testimoni e i sopravvissuti alle persecuzioni del nazifascismo, completa il percorso più tradizionale di istruzione e forma gli studenti nel profondo, agendo sulla loro coscienza individuale e civile”. La cerimonia di consegna delle Medaglie è stata anche l’occasione per annunciare che il Viaggio della Memoria promosso dalla Regione “sarà dedicato a Piero Terracina. Dal 5 al 7 aprile prossimo partiremo con una delegazione 500 studenti e insegnanti sui luoghi dell’orrore”. 

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