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    Piero Terracina ci ha lasciato. La sua testimonianza era dedicata ai giovani

    Piero Terracina ci ha lasciato. Era uno dei testimoni sopravvissuti ad Auschwitz. Dopo gli anni della incomprensione e del silenzio, coloro che avevano personalmente conosciuto e sperimentato sul proprio corpo, negli affetti e ancora di più nella mente e nell’anima l’efficienza terrificante del progetto nazista di sterminio, iniziarono a raccontare la realtà così come era stata. Piero si dedicò, era forse tra i primi, alla missione di non lasciar cadere nell’oblio la memoria di quanto accadeva dietro i fronti di combattimento della Wehrmacht. La guerra di Hitler fu combattuta dai nazisti con lo scopo di creare un nuovo ordine del terrore per l’intera specie umana. Le prime vittime dovevano essere gli ebrei d’Europa. E così fu. Piero conosceva il rischio della ripetizione e delle cerimonie ufficiali troppo spesso offuscate dai meccanismi delle notizie a ciclo continuo. Anche per questo volle dedicare ai giovani delle scuole italiane gli ultimi decenni della sua vita. Sapeva che i giovani, nonostante tutto, sono puri e possono comprendere. Evitano istintivamente le trappole del negazionismo e i raggiri di chi vorrebbe convertirli di nuovo alla causa malvagia del razzismo e dellintolleranza contro chi viene additato come irrimediabilmente diverso. I sopravvissuti sapevano e sanno che non si può raccontare tutto. E sapevano anche spiegarne le ragioni. Basta questo a distruggere ogni menzogna e ogni tentativo di riabilitare il Terzo Reich e i fascisti che si associarono con le SS e la Gestapo. Tutti coloro che vogliono conoscere e sapere, possiedono –grazie a Piero Terracina e a tutti gli altri e le altre – gli strumenti necessari per la definizione della realtà storica. La memoria della verità esiste anche sui palcoscenici istantanei della cultura di massa. Disegna un nuovo profilo, mostruoso, per l’identità profonda dell’Europa. I sopravvissuti, grazie a persone straordinarie come Piero Terracina, trovarono infine l’ascolto di fatto negato per decenni. Durante i cinque anni della conquista nazista troppi buoni europei “ariani” per decreto non s’erano limitati a sopportare il Terzo Reich: avevano collaborato, spesso con entusiasmo. Come i cinquecentomila che il 10 giugno 1940 a Piazza Venezia osannavano Mussolini per la dichiarazione di guerra. Ricordi scomodi, soprattutto in Italia. Mai nella storia degli uomini la distinzione tra il bene e il male si era posta con tale evidente nettezza. E tuttavia non si devono dimenticare, a maggior ragione, i giusti. La singola famiglia, l’uomo e la donna soli nella propria casa ospitale, la singola suora, il singolo prete, il singolo partigiano che vollero aiutare un ebreo, hanno salvato anche la possibilità di non perdere un patrimonio immenso di valori etici, di intelligenza, di consapevolezza.

    PIERO DI NEPI

     

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