All’età di 77 anni è morta Carla Federica Nespolo, presidente dell’Anpi nazionale.
Laureata in Pedagogia, insegnante, Carla Nespolo, nata a Novara il 4 marzo del 1943 residente ad Alessandria, è stata la prima presidente donna dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, eletta nel novembre 2017. È stata la prima parlamentare comunista piemontese, proveniente da una famiglia partigiana e antifascista. Lo zio, fratello di sua madre, Amino Pizzorno, nome di battaglia Attilio, è stato vice-comandante della VI zona partigiana, operante tra Piemonte e la Liguria. Dal 1976 al 1983, Deputato della Repubblica Italiana, per due legislature. Dal 1983 al 1992, Senatore della Repubblica, per due legislature.
“Essere antifascisti – spiegava – oggi significa essere contro il razzismo, contro chi approfitta anche della crisi sociale per far regredire politicamente, culturalmente, moralmente il nostro Paese”.
Tra i tanti testimonianze di affetto e messaggi di cordoglio, quello del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “La scomparsa di Carla Nespolo – scrive Noemi Di Segni – addolora e ci priva, tutte e tutti, di un importante punto di riferimento nel raccordo maturato con l’Anpi nazionale in questi anni. La sua è stata una voce autorevole, in prima linea contro la deriva di parole d’odio, atti razzisti e formazioni di estrema destra che guardano con nostalgia al fascismo, che attraversa e rischia di corrodere, nel profondo, la società italiana ed europea: un problema da lei sempre denunciato con forza e determinazione”. “Con lei sono state affrontate in maniera limpida e sincera le sfide che l’Anpi oggi affronta, – aggiunge Di Segni – tra cui quella di costruire un percorso di memoria e attualità coerente sul tema della Shoah e il contributo della Brigata Ebraica alla Liberazione e alla ricostruzione delle comunità ebraiche nel dopoguerra”. “Chi ha a cuore l’antifascismo, l’eredità della lotta partigiana e il loro essere cardine di una società moderna, progredita e plurale deve molto a Carla e alla sua militanza. Un impegno che non sarà dimenticato. Sia il suo ricordo di benedizione”, conclude Di Segni.