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    Luigia Arduini Giusta tra le Nazioni per aver salvato i coniugi Masino e Laura Coen

    Albert Einstein affermava che “le coincidenze sono il modo di Dio per rendersi anonimo”. Grazie letteralmente a due cadute, è stato possibile consegnare la Medaglia dei Giusti fra le nazioni – la massima onorificenza civile conferita dallo stato di Israele (Istituto Yad Vashem) a un non ebreo che ha salvato un ebreo durante la seconda guerra mondiale senza scopo di lucro – a Luigia Arduini che, insieme ai nipoti Laura e Carlo, durante l’occupazione nazista, nascose i coniugi Masino e Laura Coen.

    Qualche anno fa Laura Arduini, ormai signora novantenne, cadde per strada e fu aiutata a rialzarsi da una collaboratrice dell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma (ASCER) alla quale raccontò ciò che le accadde durante l’occupazione nazista di Roma, ma a quel tempo, purtroppo, i dati forniti non furono sufficienti a rintracciare eventuali discendenti dei salvati. Successivamente Laura si ruppe un femore, ricoverata all’Umberto I, fu cambiata di stanza dove incontrò una signora ebrea il cui padre – altra incredibile coincidenza – aveva lavorato con Carlo, fratello di Laura. Grazie a ciò fu possibile risalire al nipote dei salvati, Salvatore Manasse, figlio della figlia dei coniugi Coen. Le coincidenze non finiscono qui: Salvatore Manasse non sapeva quasi nulla del salvataggio dei nonni e non avrebbe potuto essere di aiuto per mettere insieme la documentazione da inviare allo Yad Vashem, se non avesse scoperto, tra le carte di famiglia fortunosamente ritrovate, una preghiera scritta di pugno da suo nonno in cui ringraziava la signora Luigia Arduini per aver salvato lui e la moglie.

    Nel 2017 Salvatore incontrò per la prima volta Laura Arduini, nel 2018 fu inviata la documentazione allo Yad Vashem, grazie anche alla collaborazione della volontaria dell’ASCER Giorgina Ciocca che effettuò le interviste, nel 2019 fu conferita la medaglia di Giusto fra le Nazioni a Luigia Arduini e all’inizio del 2020 si è svolta la cerimonia di consegna della medaglia.

    L’evento, organizzato dal Consigliere per gli Affari Pubblici dell’Ambasciata d’Israele  in Italia Ariel Berkovitch e dalla sua assistente Sara Ghilad, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma, è stato estremamente commovente: Tiziana e Patrizia Arduini, due delle quattro figlie di Laura, hanno ricordato la forte emozione provata quando videro all’Ospedale israelitico di Roma una targa dedicata a Masino e Laura Coen e il loro impegno affinché fosse riconosciuto il coraggio degli zii Luigia e Carlo e della madre Laura; Silvia Haia Antonucci, Responsabile dell’ASCER, ha messo in evidenza il valore mostrato dai salvatori che però, purtroppo, sono stati delle eccezioni nell’orrore della Shoah; l’Ambasciatore di Israele Dror Eydar ha sottolineato l’importanza di saper affrontare i momenti di crisi (in ebraico “mashber” che in ebraico biblico indica anche il luogo in cui la donna partorisce), le prove (in ebraico “nissaion”, dalla radice della parola “nes”, “miracolo”) che portano in sé la forza per superare le sfide; la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello ha messo in evidenza il sentimento di amore puro che hanno dimostrato i salvatori in contrasto con i silenzi e le complicità di tanti altri; Salvatore Manasse ha raccontato le sue sensazioni di iniziale sorpresa e disagio ma poi di forte emozione e riconoscimento nei confronti di Laura Arduini e ha ricordato lo zio Vito Sonnino che aveva chiesto aiuto a Luigia Arduini ma che purtroppo decise di tornare a casa sua per prendere alcune cose per lui importanti, fu arrestato e ucciso ad Auschwitz. L’Ambasciatore Eydar ha quindi consegnato alle figlie di Laura l’attestato e la Medaglia di Giusto fra le Nazioni e l’evento si è concluso con due inaspettate e molto gradite esecuzioni al pianoforte da parte dell’Ambasciatore che ha suonato “Eli Eli” scritta dalla partigiana ungherese Hannah Senesh sulla base del Salmo 22:2 e da parte di Patrizia che ha eseguito una musica da lei composta dedicata alla madre.

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