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    La storia di Rav Elio Toaff partigiano nel discorso dell’eurodeputata Pina Picierno

    Una storia
    poco nota in cui si incrociano il Rabbino Capo emerito di Roma Elio Toaff e la
    lotta partigiana è stata al centro del discorso della vicepresidente del
    parlamento europeo Pina Picierno a Stazzema (in provincia di Lucca) in
    occasione dell’anniversario della Liberazione.

    Rav Elio
    Toaff, infatti, già Rabbino Capo di Ancona dal 1941, nel 1943 entrò nella Resistenza
    sui monti della Versilia, non lontano dalla sua Livorno dove era nato nel 1915.
    Rav Toaff fu uno dei primi partigiani a mettere piede a Sant’Anna di Stazzema
    dopo la violenta strage perpetrata dai tedeschi, con 560 civili inermi che
    furono uccisi, di cui 131 bambini; una ferita ancora aperta nella storia italiana.

    Nell’ambito
    delle celebrazioni per il 25 aprile che si sono tenute proprio a Stazzema, Pina
    Picierno ha voluto citare un episodio che vide proprio Rav Toaff protagonista.

    «La realtà effettiva, che schiacciò
    e spazzò via ogni umanità, è racchiusa nelle parole, che voglio riportare anche
    se fanno molto male e pesano come un macigno, di un giovane partigiano della
    Brigata Garibaldi “Gino Lombardi”, che arrivò in paese poco dopo l’eccidio e ha
    descritto così l’orrore che si presentò ai suoi occhi
    » ha sottolineato l’eurodeputata,
    per poi citare esplicitamente le parole di Toaff:

    “Per tanti
    anni mi sono chiesto perché. Ho cercato di dare un senso a tutta quella ferocia
    che mi venne incontro in quel caldo mattino d’estate. La prima casa che
    trovammo era alla Vaccareccia: fumava ancora. Dentro c’erano i corpi di un
    centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini. Le SS, di quella stessa
    XVI divisione che ha agito poi a Marzabotto, li avevano chiusi lì dentro, poi
    avevano dato fuoco alla paglia e avevano gettato delle bombe. Vedemmo un
    ammasso irriconoscibile. Più avanti c’era un’altra casa, con la porta
    spalancata. Entrai, e ho ancora difficoltà a raccontare… C’era una donna,
    seduta di spalle, di fronte a un tavolo. Per un attimo pensai che fosse viva.
    Ma appena avanzai, vidi che aveva il ventre squarciato da un colpo di baionetta.
    Era una donna incinta e sul tavolo giaceva il frutto del suo grembo. Avevano
    tirato un colpo d’arma da fuoco anche in testa a quel povero bimbo non ancora
    nato”.

    «Questo è il racconto, fatto anni
    dopo in un suo libro, di quel giovane partigiano, che si chiamava Elio Toaff e
    che come sappiamo sarebbe diventato poi, per mezzo secolo, il Rabbino Capo
    della Comunità Ebraica di Roma
    » ha
    concluso Picierno, evocando un pezzo di Storia d’Italia a cui prese parte una
    delle figure più illustri dell’ebraismo del XX secolo.

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