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    L’allattamento: una pratica antica oggi un pò abbandonata

    “Allattare un figlio è un’impresa creativa, un’arte più che una scienza”, con questa citazione di Bettelheim introduciamo un argomento molto a cuore nelle neo mamme e non solo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, raccomanda l’allattamento esclusivo per almeno 6 mesi, mentre l’antica pratica ebraica consigliava di nutrire il bambino al seno fino al compimento dei due anni. La maggior parte delle donne non riesce ad arrivare ad allattare così tanto soprattutto per motivi pratici. Eppure tutti concordano sul fatto che sia la cosa più salutare per il bambino dal punto di vista nutrizionale ed emotivo, per tutto il tempo possibile. Possiamo elencare quattro importanti benefici: rinforza il sistema immunitario nel neonato, limita il rischio di futura obesità, favorisce lo sviluppo del sistema cerebrale e contiene tutti i nutrienti per una crescita corretta.

     Il colostro è il primo latte che il corpo della donna predispone già durante la gravidanza ed è pronto da subito: un liquido denso e giallo, dolce, ricco di proteine e di vitamine, in grado di soddisfare pienamente i bisogni del bambino per i primi giorni di vita. Il colostro lo proteggerà da batteri e virus, prevenendo anche l’ittero, pertanto sarà preferibile dare al bambino tutto il colostro, allattandolo il più presto possibile dopo la nascita e tutte la volte che lo richiederà nei primi giorni.

     Una madre che allatta deve prestare particolare attenzione a ciò che mangia, poiché ciò influisce notevolmente sulla nutrizione del bambino. Anche in senso metafisico, nella religione ebraica, la qualità del cibo influisce sull’anima del bambino. Pertanto, la madre deve essere molto scrupolosa riguardo alla kasherut del cibo che consuma. Sebbene il latte materno non sia tecnicamente considerato lattiero-caseario, non dovrebbe essere riscaldato in una pentola di “carne” in modo che se presente qualcuno non tragga conclusioni errate. Per quanto riguarda Shabbat, il bambino può essere allattato solo direttamente dal seno, senza doverlo scaldare. Tuttavia, se il sostentamento primario di un bambino è il latte materno e per qualche motivo non può essere alimentato direttamente, il latte può essere utilizzato attraverso un biberon e scaldato all’occorrenza.

     Perché il bambino si attacchi correttamente al seno dovrebbe essere sveglio ed interessato, ben sostenuto da una madre in posizione confortevole. Il bambino deve avere il corpo rivolto verso la madre, essere comodo, avendo la testa, spalle e bacino in asse senza piegarsi. Dopo aver stimolato con la punta del capezzolo le labbra del bambino, nel momento in cui spalanca la bocca, lo si porta verso il seno. Il bambino sarà attaccato adeguatamente al seno se: le labbra sono girate in fuori; il mento e il naso del bambino sono a contatto con la mammella; mentre succhia non si sentono schiocchi, ma solo i rumori della deglutizione; buona parte dell’areola risulta scomparsa in bocca del bambino.

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