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    Israele e sionismo. Cosa ne sanno gli italiani? Dibattito su Facebook

    Nella serata di martedì, l’UGEI – Unione Giovani Ebrei d’Italia ha trasmesso nella propria pagina Facebook e in quella del giornale HaTikwa, una diretta realizzata in collaborazione con Solomon – Osservatorio sulle Discriminazione dal nome “Percezione di Israele in Italia e in Europa”.

    Ospiti d’onore sono stati l’On. Carlo Calenda, europarlamentare e leader di Azione, e l’Ambasciatore di Israele in Italia S.E. Dror Eydar. Al proficuo dibattito hanno partecipato anche Alessandra Ghisleri, Direttore Euromedia Research, Maurizio Bernardo, Presidente di REIM – Amicizia Italia Israele, ed Enrico Mairov, Presidente della Nuova UDAI.

    Ad aprire la serata è stato l’Ambasciatore Dror Eydar, che ha spiegato il ruolo determinante che ebbe il movimento sionista nella fondazione dello Stato d’Israele.

    “Il sionismo è la realizzazione politica di questo sogno, ritornare nella terra dei nostri Padri e rinnovare li la nostra indipendenza”, ha spiegato l’Ambasciatore ricordando inoltre come “molti dei padri fondatori del movimento sionista furono fortemente influenzati dal Risorgimento”. Nel suo discorso ha sottolineato l’importanza d’Israele per il popolo ebraico. Per l’Ambasciatore Eydar lo Stato d’Israele è “la polizza assicurativa di tutti gli ebrei del mondo, ed anche grazie ad esso, possono stare a testa alta nei vari paesi in cui vivono, e se necessario, quando le cose si mettono male, possono sempre tornare a casa.” Per Eydar è di vitale importanza equiparare l’antisemitismo all’antisionismo, perché quest’ultimo “vuol dire opporsi allo ristabilirsi del popolo ebraico a Sion, unico luogo in cui ogni ebreo ha la possibilità di vivere una vita ebraica piena, significa in poche parole, opporsi quindi alla completa esistenza di un popolo”.

    Sulla stessa linea l’On. Carlo Calenda, che ha riconosciuto il fatto che “oggi l’antisemitismo assuma la forma dell’avversione verso Israele, che non ha la caratteristica della critica politica, ma nasconde sotto un dubbio sull’esistenza e sulla legittimità dello Stato d’Israele.” “La costruzione di un rapporto forte tra l’Europa e Israele è il modo con il quale si riesce a sconfiggere l’antisemitismo” ha sostenuto  Calenda, che ha riconosciuto oltretutto che ci sia una percezione distorta di cosa sia Israele oggi e che esista una lettura negativa della storia del Sionismo. Il sionismo – ribadito Calenda – è invece “un grande movimento culturale e politico, come risposta a una domanda di identità, di costruzione di uno stato nazionale”. Infatti non è possibile dare un’accezione negativa ad un movimento d’indipendenza, come quello sionista, “è come se dessimo in qualche modo una connotazione negativa alla parola Risorgimento” ha affermato l’europarlamentare. “È di vitale importanza un lavoro culturale che dobbiamo fare sull’idea di sionismo, su cosa è stato, cercando di usare la chiave del Risorgimento. Pensare al sionismo come un processo negativo è un po’ come spiegare che Garibaldi è stato un farabutto, non ci passerebbe nell’anticamera del cervello di dire una cosa del genere in Italia!” ha concluso il fondatore del partito Azione.

    Il dibattito è stata anche l’occasione per presentare i risultati del lavoro commissionato da Solomon – Osservatorio sulle Discriminazioni ad Euromedia Research, che ha realizzato una ricerca sull’antisemitismo, che scatta una fotografia sulla percezione di questo odio in Italia. “Dalla ricerca esce un quadro politico interessante” ha sostenuto Barbara Pontecorvo, di Solomon – Osservatorio sulle Discriminazioni e organizzatrice della serata.

    Introducendo il lavoro presentato da Alessandra Ghisleri, Direttore di Euromedia Research, ha fatto notare come la “mancanza ìdi una rappresentanza politica forte di un partito liberale nel centro, determina uno spostamento delle tematiche discriminatorie in maniera sostanziale”. Infatti i dati, come ha spiegato la Pontecorvo, ci dicono che gli elettori che hanno risposto meglio alle tematiche inerenti all’antisemitismo sono quelli di Forza Italia. Chi ha manifestato maggiori pregiudizi sono gli elettori della Lega, del Movimento Cinque Stelle e da Fratelli d’Italia.

    La ricerca durante tutto l’arco del dibattito ha fatto notare come anche nelle statistiche l’odio antisemita e l’antisionismo tendono sempre più a convergere, confermando che la maggior parte delle volte l’antisionismo sia antisemitismo mascherato.

    Anche il presidente dell’UGEI, Simone Santoro, ha presentato alcuni dati sulla società israeliana, ancora poco conosciuta, e necessaria quindi di approfondimento, che da Santoro è considerata “la chiave di tutto” e questo approfondimento prima di tutto “passa attraverso il fattore educativo, fin dall’educazione primaria”.

    Per Calenda una dei primi passi da fare per avere una percezione più veritiera di Israele, è importante normalizzare i rapporti con lo stato ebraico, non riconducendo tutto alla complessa situazione geopolitica e al conflitto.

    Ma anche il fattore culturale ha ruolo fondamentale nella percezione più chiara possibile della società israeliana e della sua storia, a partire dalla sua fondazione.

    “La nascita dello stato d’israele, che per certi versi, ha caratteri eroici, è poco conosciuta, sono stati fatti pochi film, tolto Exodus, non me ne viene in mente un altro immediatamente” ha detto l’On. Carlo Calenda, suggerendo quanto sia necessario un lavoro culturale a riguardo perché “è la storia della nascita di uno stato, con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, ma che è una bellissima storia.”

    Ad introdurre gli interventi di Enrico Mairov, Presidente della Nuova UDAI, e Maurizio Bernardo, Presidente di REIM – Amicizia Italia Israele, una domanda di Luca Clementi, Caporedattore di HaTikwa, oltre che redattore di Shalom, al leader di Azione, il quale ha portato ad un particolare suggerimento dell’Onorevole per cambiare la percezione dello Stato d’Israele, quello di un “enorme Erasmus internazionale”. Perché c’è la necessità di far conoscere la società israeliana per quella che è: giovane, dinamica, legata alla vita e informale.

    A chiudere la serata gli interventi dei due presidenti. Mairov il quale ha ricordato l’importanza che riveste lo stato ebraico in moltissimi ambiti, e al tempo stesso ricorda come “l’antisemitismo, come il nazionalsocialismo di Hitler e il nazionalcomunismo di Stalin, sono delle malattie, per il quale bisogna trovare una cura, e magari un vaccino, come quello che stanno elaborando in Israele, e non solo per ridurre la minaccia del COVID-19.” E Bernardo il quale ha fatto conoscere la sua associazione ai presenti e agli spettatori, presentando anche i traguardi raggiunti da REIM – Amicizia Italia Israele.

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