Il Centro islamico culturale d’Italia, che sovrintende la Grande moschea di Roma, esprime “tutto il suo sconcerto e sdegno a fronte delle ingiustificabili e inaccettabili dichiarazioni del segretario generale dell’Ucoii, Yassine Baradai, nelle quali Ebraismo e Cristianesimo vengono definiti ‘eresie da correggere'”. In una nota, il segretario generale Abdellah Redouane sottolinea che “è da ribadire che per l’Islam sia Ebraismo che Cristianesimo sono religioni celesti e abramitiche. Credere nella Torah e nel Vangelo, considerati Sacri Testi Rivelati, fa parte integrante della fede del musulmano. I musulmani rispettano e venerano i messaggeri divini da Adamo ad Abramo, da Mosè a Salomone a Davide e Gesù, di cui riconoscono il ruolo di Profeti e Inviati di Dio, predecessori di Muhammad, pace su tutti loro”. “Tutto ciò forse – prosegue Redouane- è doveroso ricordarlo in primo luogo a una delle principali cariche direttive dell’Ucoii, cresciuta insieme ad una parte dei Giovani Musulmani d’Italia nella scuola dell”Islam politico’ promosso proprio dall’Ucoii, organizzazione che dimostra ancora una volta tutta la sua inadeguatezza nel pretendere di rappresentare i musulmani all’interno della comunità e nelle relazioni con la società in ogni suo aspetto. Tutto il nostro dissenso circa l’orientamento di questa organizzazione e i suoi motivi ispiratori trova ancora una volta conferma”. “La gravità di tali dichiarazioni – sottolinea Redouane- non risiede solo nei contenuti ma nella loro provenienza: un giovane di seconda generazione, che invece di essere un modello positivo e costruttivo per i suoi coetanei rimane prigioniero di un radicalismo per il quale non deve esserci più spazio. Il Centro Islamico Culturale d’Italia, che sovrintende la Grande Moschea di Roma, continuerà a collaborare insieme ai fedeli di tutte le confessioni religiose sulla via del rispetto reciproco, del dialogo, della convivenza pacifica e della coesione sociale. Infine – conclude Redouane- il Centro Islamico Culturale d’Italia esprime la sua vicinanza ai fratelli ebrei e cristiani che si sono legittimamente sentiti offesi da tali dichiarazioni”. (Mli/Adnkronos)