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    Il MEIS racconta il viaggio di Theodor Herzl in Italia

    Nel gennaio del 1904 il padre del sionismo Theodor Herzl giunse in Italia per presentare la sua idea di stato ebraico a re Vittorio Emanuele III e a Papa Pio X. Ad accompagnare il leader sionista che veniva da Vienna, l’avvocato ferrarese Felice Ravenna, uno dei fondatori del movimento sionista italiano. Con Ravenna, che aveva anche partecipato ad alcuni congressi sionisti, Herzl aveva intrattenuto un intenso rapporto epistolare per organizzare la visita che ebbe alcuni risvolti sorprendenti. A raccontarcela in un evento organizzato dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara, giovedì 15 aprile alle 19.00, giorno dell’Indipendenza dello Stato ebraico, è Simonetta Della Seta ex Direttrice del MEIS e studiosa della storia moderna di Israele.

     

    «La stampa ebraica italiana del tempo ci fornisce una preziosa fonte, mettendo in luce l’impatto che ebbe sulle comunità ebraiche l’arrivo di Herzl – spiega il Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto – Il suo viaggio può considerarsi un momento di svolta ed ebbe una influenza consistente. Portò alcuni a non avere più dubbi sul decollo concreto e ormai definitivo del progetto politico sionista.  Altri (in quel momento ancora la maggioranza degli ebrei italiani) continuarono a rimanere scettici, o perché permeati fino al midollo da idee di emancipazione che rasentavano l’assimilazione, o perché interpreti di un ebraismo che si accontentava a tratti di un’osservanza ‘all’antica’ che rinviava il ritorno a Sion ai tempi messianici. Basta gettare un occhio alle principali riviste ebraiche dell’epoca. Sul triestino “Corriere israelitico” Dante Lattes scrisse un articolo nel quale rilevava gioiosamente che il movimento sionista era noto ormai anche al papa e al re Vittorio Emanuele III; mentre “L’idea Sionnista”, rivista mensile del movimento sionista fondata tre anni prima, riporta una cronaca dettagliata del viaggio». 

     

    Conclude Spagnoletto: «Sul “Vessillo Israelitico” di Casale, invece – dove erano apparsi fino ad allora contributi che smorzavano ogni entusiasmo, credendo valida l’idea di una sede nazionale ebraica soltanto per gli ebrei che soffrivano ancora in Est Europa dei pogrom e dell’intolleranza religiosa – verranno riportate solo poche righe del corrispondente romano». L’impresa di Herzl in Italia fu uno degli ultimi impegni del teorico ungherese che morirà pochi mesi più tardi nel luglio del 1904 all’età di 44 anni.

     

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