Giovedì prossimo i romani potrebbero svegliarsi sotto i fiocchi neve, che già da domani cadranno nell’Appennino centro meridionale, come segnalano le previsioni meteo. E se per gli studenti potrebbe trasformarsi in un giorno di divertimento e senza scuola, per la Capitale c’è il rischio caos traffico e disagi, come già successo in passato. Ma a preoccupare è soprattutto il freddo ‘polare’ che è in arrivo e che potrebbe provocare nuove vittime tra i clochard. Sono almeno 5 i senzatetto deceduti a Roma solo dall’inizio dell’anno, 10 dall’inizio dell’inverno. Proprio per evitare altre morti, la sindaca Virginia Raggi sta lavorando a un’ordinanza per indurre le persone senza dimora ad accettare la proposta di accoglienza presso le strutture del Comune quando sono previste notti molto fredde.
La neve a Roma avrà pur sempre il suo ‘fascino poetico’ ma per i romani significa anche paralisi della città e le immancabili polemiche politiche. Come avvenne proprio per l’ultima nevicata sulla Capitale, meno di un anno fa: era il 26 febbraio 2018 quando la Città Eterna si svegliò sotto un manto candido. La sindaca Raggi in quell’occasione si trovava in Messico per un convegno proprio sul cambiamento climatico e l’ex sindaco Gianni Alemanno – preso in giro sei anni prima per il suo ‘chiamo l’esercito’ – si vendicò postando su Twitter una foto che lo ritraeva con il caschetto in testa a spalare la neve che quella volta, nel febbraio 2012, fu più intensa ed eccezionale. Una settimana dopo infatti il fenomeno si ripeté, ma la città rispose meglio.
Per ricordare una nevicata forte come quella del 2012 su Roma bisogna tornare al 1985 e 1986, quando ci fu un’imbiancata da record. Era il 5 gennaio 1985 e in città si bloccarono tutti i trasporti e saltarono le linee telefoniche. Il record di neve però c’è stato l’11 febbraio dell’anno dopo, quando la Capitale si svegliò sotto molti centimetri di neve e la nevicata proseguì per tutta la giornata.
La più grande nevicata che si ricordi a Roma però è quella registrata nel 1956 tra il 2 e il 9 febbraio e il 18 e il 19 febbraio, con il periodo nevoso più lungo nella capitale.
Prima di allora i fiocchi bianchi erano caduti nel 1939 mentre altre nevicate, seppur minori, c’erano state nel 1965, nel 1971 e poi nel 1991, nel 1996, nel 1999 e nel 2005, quando intorno alle 3 di notte del 27 gennaio caddero fiocchi nella parte sud di Roma, sull’Appia, sull’Ardeatina e a Ciampino. Una leggera imbiancata ci fu anche nel 2004, sempre nella zona sud della capitale ma molto leggera, e nel 2002, il 16 gennaio, quando i fiocchi caddero dalla 7.30 fino alle 9.30 con un accumulo di mezzo centimetro circa. Un evento raro ma anche antico quello della neve a Roma, come dimostra la storia della fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, all’Esquilino. Secondo una leggenda infatti la notte tra il 4 e il 5 agosto del 358 d.C. la Madonna apparve in sogno a un nobile patrizio romano e alla moglie, che, non avendo figli, avevano deciso di far edificare una chiesa in suo nome e disse loro che un miracolo gli avrebbe indicato il luogo su cui costruirla. La coppia riferì il sogno a papa Liberio, il quale aveva fatto lo stesso sogno. Il giorno seguente andando sull’Esquilino, lo trovarono coperto di neve: si dice che fu lo stesso Pontefice a tracciare il perimetro dell’edificio e la chiesa fu costruita a spese dei due coniugi, come avevano ‘promesso’ alla Madonna. (Dan/AdnKronos)