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    Gabrielli, Polizia è forza dello Stato, non è di parte

    “Stiamo attraversando un momento particolare nella vita del Paese, vigilia di un appuntamento elettorale importante e caratterizzato da qualche tensione politica. Proprio per questo credo sia interesse di tutti non contribuire ad alimentarle, né coinvolgere nelle dispute quotidiane istituzioni di garanzia come la nostra, tirandole da una parte o dall’altra”. Così il capo della Polizia Franco Gabrielli, in un’intervista di ieri al Corriere della Sera. “Noi siamo la polizia di Stato, non una polizia privata al servizio di questo o quel ministro”, afferma. E replica al tweet di Saviano sulla Polizia ridotta a servizio d’ordine di partito, già al centro di un botta e risposta sui social: “Si è trattato di accuse ingiuste e ingenerose”, “come vertice di questa amministrazione posso provare fastidio e preoccupazione quando il ministro dell’Interno viene definito ‘ministro della Malavita’, ma non mi sono mai permesso di interloquire. Se però la mia amministrazione viene chiamata in causa con affermazioni false, ho il dovere, oltre che il diritto, di reagire e di chiedere rispetto”. “Sono chiamato a servire lo Stato nell’interesse dei cittadini, ricevo le direttive del governo, sono sottoposto alla legge. Sono i tre capisaldi che ispirano la mia azione. In undici mesi di permanenza del ministro Salvini al Viminale – precisa – non ho mai avuto da lui indicazioni contrarie a questi principi”. Invita a fare le giuste proporzioni quando si parla di clima di tensione: “detto ciò io sono sempre preoccupato. Soprattutto in prospettiva, considerando le dinamiche economiche e lavorative a cui potremmo andare incontro” e “sono perfettamente consapevole di segnali inquietanti di nuove forme di razzismo e xenofobia, l’antisemitismo di ritorno, rigurgiti di neofascismo che vanno monitorati con attenzione e repressi quando ci sono gli estremi”.


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