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    Firenze: il giardino di Borgo Allegri nel nome di Wanda Lattes e Alberto Nirenstein

    A Firenze, in Borgo Allegri, nel centro della città, viene intitolato un giardino ai coniugi Wanda Lattes e Alberto Nirestein, due figure di spicco nel panorama giornalistico e culturale italiano, ma non solo, sempre in prima fila per la difesa d’Israele e dei diritti umani.  “Questa è una cosa meravigliosa, che una coppia così ebraica, così italiana e fiorentina, ma allo stesso tempo con un fortissimo legame con Israele, come avevano il babbo e la mamma, abbia un giardino nel centro di Firenze. Che per sempre avrà il loro nome” spiega a Shalom la giornalista Fiamma Nirestein, una delle tre figlie della coppia.

     

    Lattes e Nirenstein si sono conosciuti in Italia negli anni della ricostruzione dopo la guerra e delle persecuzioni, e si sposarono nel 1945. Alberto Nirestein, scrittore e giornalista, perse l’intera famiglia nel campo di concentramento di Sobibor. Nel 1936 si trasferì in Palestina, dove si arruolò come ufficiale nelle Brigate ebraiche della VIII armata britannica. A partire dal dopoguerra la sua attività si concentrò sul ricercare testimonianze della Shoah. 1950 infatti, fece ritorno in Polonia, luogo in cui nacque, alla ricerca di testimonianze sulla Resistenza nel ghetto di Varsavia, lì però venne trattenuto fino alla morte di Stalin nel 1953.

     

    “Il babbo era un uomo con un fortissimo istinto politico. Apparteneva al movimento giovanile dell’Hashomer Hatzair, era davvero un uomo dell’Hashomer. Fu l’unico a salvarsi dalla Shoah e di conseguenza visse per tutta la vita sentendosi un “sopravvissuto”. Ritornò in Israele e si lanciò anima e corpo nella costruzione della patria ebraica: costruì fisicamente le strade, con le sue mani. Si unì all’esercito e venne successivamente a Firenze con la Brigata Ebraica perché il suo sogno era liberare l’Europa dal giogo nazifascista. Abbiamo avuto un’educazione kibbutzistica da lui. Ma fu anche un uomo di grande cultura” spiega Fiamma Nirestein. La moglie di Alberto Nirenstein, Wanda Lattes, partigiana combattente di Giustizia e Libertà, fu cacciata dalle scuole per via delle leggi razziali e, nonostante ciò, ebbe in coraggio di reagire al nazifascismo, mettendo la sua famiglia in salvo. Fu tra le prime donne giornaliste in Italia insieme ad Oriana Fallaci. “Penso che fossero le due figure di rilievo del tempo, le belle fanciulle fiorentine in bicicletta. La mamma ricordava sempre che faceva tutti i suoi giri in bicicletta, prima da partigiana e poi da giornalista, per le vie di Firenze. Ha portato noi figlie mille volte a vedere i luoghi in cui venne nascosta durante il periodo fascista. In piazza del Carmine, dove il sarto della famiglia la nascose per un periodo nella sua casa. – racconta Fiamma Nirestein – Accanto alla sua vita avventurosa da partigiana, c’era anche la sua vita di giornalista; prima di cronista, e successivamente come responsabile della cultura della Nazione. Ha cominciato la sua carriera al nuovo Corriere, con Romano Bilenchi, fu lui ad assumerla, a farla diventare una giornalista. Si vantava spesso del fatto che era stato lui a curarne la scrittura. Mia madre aveva questa dote di scrivere bene, dote che si è portata fino al suo novantaseiesimo anno di vita, ha scritto fino all’ultimo. Fu lei a trasferisci la passione e l’amore per l’arte da Giotto a Michelangelo, ma anche per la lotta politica”.

     

    Una coppia di combattenti, una vita dedicata all’arte e alla cultura, senza tralasciare mai l’amore per le tre figlie. “Abbiamo avuto la fortuna di avere due genitori così, non facili, ma straordinari e creativi, che senza indottrinarci hanno trasmesso l’amore per l’ebraismo e per Israele. Non è un caso che tre di noi si trovano a vivere lì. – continua Nirestein – Abbiamo avuto una famiglia anticonformista, variegata e piena d’amore, siamo infatti molto legate tra noi sorelle. Saremo tutti presenti all’inaugurazione di questo giardino, che ci rende molto orgogliosi”

     

    La cerimonia si svolge lunedì 20 settembre alle 11 alla presenza del sindaco Dario Nardella, delle tre figlie Fiamma, Susanna e Simona, e dei nipoti. Tra i presenti anche lo storico Ernesto Galli Della Loggia, l’ex direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini, Daniel Vogelmann per la Comunità Ebraica di Firenze.

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