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    Esposte bandiere d’Israele durante l’informativa in Parlamento del Ministro Di Maio sul conflitto

    “Riconosciamo il diritto di Israele di proteggere la propria popolazione civile”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, durante il Question Time in occasione dell’Informativa alla Camera su Medio Oriente e Libia, alla luce dei recenti sviluppi.

     

    Come detto dallo stesso ministro degli Esteri negli ultimi giorni, anche quest’oggi in Parlamento ha voluto esprimere una “ferma condanna” ad Hamas, affermando che “il lancio indiscriminato di razzi è inaccettabile e ingiustificabile, a prescindere dalle circostanze”.

     

    Nel corso del suo intervento il responsabile della Farnesina ha voluto sottolineare non solo la necessità di “avviare iniziative di de-escalation” con l’obiettivo di “fermare immediatamente il conflitto per prevenire la perdita di ulteriori vite umane”, ma si è voluto soffermare sulla necessità di una visione chiara ed unitaria dell’Unione Europea.

     

    “Ho sostenuto, a questo fine, l’opportunità che l’Unione sviluppi un’iniziativa diplomatica proattiva, auspicando che il Rappresentante Speciale dell’Unione europea per il Processo di Pace in Medio Oriente Sven Koopmans possa recarsi quanto prima nella regione per contatti diretti con le parti” ha detto il Ministro degli Esteri italiano.

     

    Sempre secondo Di Maio, l’unico modo per portare una stabilizzazione duratura è “una soluzione a due Stati negoziata direttamente tra le parti”. D’altro canto ha voluto far notare come “dobbiamo tener anche conto di linee di tendenza che stanno cambiando, incidendo sullo scenario regionale”, ricordando come l’Italia abbia accolto con “grande favore” gli Accordi di Abramo, “nella convinzione che, avvicinando Israele al mondo arabo, queste intese potranno contribuire alla pace e alla stabilità in Medio Oriente” ha sostenuto il Ministro.

     

    Di Maio ha riferito di avere trasmesso personalmente questi messaggi al Ministro israeliano Gabi Ashkenazi e al Ministro palestinese Ryiad al-Malki, nei colloqui telefonici che ho avuto con loro negli ultimi due giorni.

     

    “La crisi in atto non è un conflitto fra ebrei e palestinesi, è conflitto fra un paese libero, democratico, amico dell’Italia, parte dell’Occidente, e un’organizzazione terroristica come Hamas, sostenuta e finanziata da un paese teocratico e aggressivo come l’Iran” ha affermato il deputato di Forza Italia Andrea Orsini, ricordando come sia priorita dell’IDF “tentare di ridurre in ogni modo le vittime civili di un conflitto difensivo”.

     

    Anche Piero Fassino, presidente della Commissione esteri della Camera dei deputati, intervenendo a Montecitorio ha voluto ribadire la priorità di una de-escalation chiedendo al governo di essere attivo come “promotore di ogni iniziativa, in sede multilaterale e bilaterale, che possa riaprire un percorso politico, come unica strada per dare soluzione alle aspirazioni dei popoli che vivono su quella terra”.

     

    Al termine dell’intervento di Paolo Formentini nel dibattito seguito all’informativa del ministro degli Esteri, i deputati della Lega hanno esposto bandiere dello Stato d’Israele nell’Aula della Camera.

     

    Nel suo discorso il deputato della Lega oltre a ribadire la condanna ad Hamas, ha voluto far notare come questa organizzazione terroristica non solo freni qualsivoglia processo di pace tra lo Stato ebraico e l’Autorità Palestinese, ma sia intenta a minare anche gli Accordi di Abramo.

     

    “Per noi della Lega, Gerusalemme è la capitale dello Stato di Israele. Lo ha detto con forza Matteo Salvini, lo ripetiamo in quest’aula, perché 73 anni di democrazia non siano cancellati dalle menzogne, finché vivrà Israele vivrà l’Occidente” ha dichiarato il deputato Paolo Formentini.

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