“Emarginati. Una storia d’amore” è il nuovo libro di Susan M. Papp. Tra documenti lasciati da chi questa storia l’ha vissuta e foto dei personaggi che la popolano, l’autrice racconta la difficile relazione tra Hedy Weisz, ebrea, e Tibor Schroeder, cristiano.
Anno 1928, nella piccola cittadina di Nagyszollos, in Karpataljia, prima Ungheria e costretta dopo la Grande Guerra dentro i confini della Cecoslovaccia, arriva Karola, e con lei la sua famiglia. Tra ingiustizie sociali ed emarginazioni lei e i figli si ritrovano senza cittadinanza, estranei in una terra che per lungo tempo li aveva accolti e che ora volta loro le spalle, disprezzandoli. C’è Tibor, ragazzo fiero e sagace, appassionato di musica americana e frequentatore dei locali di Budapest, che fin dal 1933 soffre le sorti del proprio paese sulle quali si confronta con il fratello Istvan e il patrigno Domokos.
Accanto a loro Susan Papp racconta le vicende alterne della famiglia Weisz, composta dal signor Vilmos, dalla moglie Terez e dai figli Aliz, Hedy e Suti. Un’importanza particolare è data al contesto storico in cui i personaggi si muovono, tra paesi che cambiano confini e governatori a distanza di pochi anni con grande facilità. Passa il tempo e nel 1941 entra in vigore la legge che vieta i rapporti tra ebrei e non ebrei. Hedy e Tibor subiranno le conseguenze di questo decreto che li costringerà a vivere il loro amore all’ombra di tutto e tutti. È il 1944 e la situazione si fa più drammatica: Suty, Hedy e Aliz partono alla volta di Auschwitz. Tra lettere inviate dal giovane Tibor e le angustie che i ragazzi sono costretti a sopportare, il libro prosegue, ricordandoci che speranza e amore sono più forti delle distanze, delle perdite e dei conflitti. L’addove sarebbe più facile trovare mestizia e desolazione, questo libro ci ricorda che è possibile scorgere ancora gratitudine e umanità.