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    Dal CDEC la relazione sull’antisemitismo in Italia. Gadi Luzzatto Voghera: “La preoccupazione ci deve spingere a attivare azioni di contrasto”

    L’antisemitismo è una piaga che continua ad interessare e preoccupare gli ebrei di tutto il mondo. Tanti gli episodi di antisemitismo in Europa, e sembra che il risveglio della violenza antiebraica stia interessando sempre di più anche il nostro paese. Come ogni anno, l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea-CDEC ha elaborato l’annuale relazione sugli episodi di antisemitismo in Italia nel corso del 2022 per fornire agli studiosi un documento di analisi circa la situazione italiana. “L’antisemitismo si fonda su un’immagine negativa, preconcetta e distorta dell’ebreo. Un ebreo “inventato”. A questo bisogna contrapporre un ebreo “reale”, raccontando le diverse forme che caratterizzano la multiforme realtà ebraica delle comunità in Italia e nel mondo – spiega a Shalom lo storico e Direttore del CDEC Gadi Luzzatto Voghera. Lo studio presenta al suo interno dati statistici sulle condizioni economiche, sociali, di sicurezza e benessere della popolazione incentrato sui vari episodi di matrice antisemita. “Se ci basiamo sui dati offerti dalla relazione annuale dell’Osservatorio Antisemitismo dobbiamo notare una leggera crescita generale, a cui si associa la comparsa di alcuni episodi di aggressione fisica e di danneggiamento di beni che negli anni scorsi non comparivano – continua Luzzatto Voghera – In definitiva quindi, un aumento della violenza che può essere messa in relazione ai profondi segnali di crisi registrati dalla società italiana. La pandemia, l’inflazione connessa alla guerra in corso, la crisi climatica contribuiscono ad alimentare le paure dei cittadini e favoriscono le narrazioni complottiste, che sono la base fondamentale del linguaggio antisemita. La preoccupazione quindi è lecita, e ci deve spingere a attivare azioni di contrasto a tutti i livelli.”

     

    Sono circa 327 le segnalazioni e l’Osservatorio ha infatti individuato 41 episodi di antisemitismo: una leggera crescita rispetto ai 226 episodi rilevati nell’anno precedente. All’interno dello studio gli episodi di antisemitismo sono suddivisi in 164 episodi legati all’antisemitismo in rete e 77 riguardano invece episodi avvenuti materialmente di cui 2 aggressioni, 10 casi di minacce e un grave atto di vandalismo. Sono vecchi spettri dal passato e tornano gli stereotipi contro gli ebrei, il presunto potere economico ma anche l’imputazione di cospirazione legata al Coronavirus o alla guerra tra Russia e Ucraina. Secondo quanto rilevato dallo studio, i social media e il web in generale sembra essere il mezzo prediletto dagli antisemiti, nel corso del 2022, ad esempio, sono stati registrati più di 4000 item tra post, tweet e commenti pubblicati nei social più utilizzati in Italia. Tra questi troviamo: Facebook, Instagram, TikTok, Twitter, Telegram, YouTube, VKontakte e Linkedin. I contenuti che si rintracciano tra i vari social media sono diversi: dall’antisemitismo generico, a quello più specifico come gli insulti rivolti alla Senatrice Liliana Segre. Si passa poi a moltissimi episodi di negazionismo e banalizzazione della Shoah, ma anche neonazismo, e antisemitismo connesso ad Israele. All’interno dello studio si è infatti evidenziato un certo livello di aggressività sui social, su Facebook in particolare sembra essersi creata una fitta rete di troll antisemiti che con superficialità pubblicano meme e fotomontaggi contro gli ebrei. C’è di tutto, e quello che si incontra non può che destare preoccupazione dalle teorie della cospirazione agli insulti più beceri. Sembra quasi che sui social media, l’antisemitismo e l’odio siano diventati una forma di intrattenimento.  C’è tuttavia bisogno di azione, di interventi per poter contrastare l’antisemitismo reale e quello che si vede nel web. “Sono numerose le buone pratiche che si possono mettere in atto, alcune già segnalate nella relazione stessa. L’Italia si è dotata di una strategia nazionale di contrasto all’antisemitismo a cui ha subito associato la realizzazione di linee guida sull’antisemitismo nel mondo della scuola e nell’insegnamento.  Credo sia necessario in ogni caso operare su diverse aree: 1) il monitoraggio del fenomeno con la realizzazione di sondaggi qualitativi e quantitativi; 2) la lotta al cosiddetto “under reporting”: in effetti gli episodi di antisemitismo sono molto più numerosi di quelli che vengono segnalati e bisogna convincere chi li osserva o li subisce a parlarne apertamente; 3) il contrasto alla diffusione del discorso d’odio (e della violenza verbale in genere) sulla rete, con accordi specifici con le grandi piattaforme social; 4) infine un continuo lavoro a livello giovanile, incentrato in particolare sulla diffusione di conoscenze a proposito della cultura e delle tradizioni ebraiche.” conclude Luzzatto Voghera.

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