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    Commissione Segre: la senatrice, sono esausta ma pronta a presiederla

     Non e’ stato un periodo facile per la senatrice a vita, Liliana Segre, dopo l’astensione lo scorso 30 ottobre del centrodestra sulla Commissione contro l’odio, nata su sua iniziativa, e in un’intervista al Corriere della Sera confessa: “Sono esausta. Troppe esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarita’, troppo tutto. Alla mia eta’ mi trovo a condurre un’esistenza che non avrei mai immaginato”. Ma nonostante cio’ la senatrice e’ convinta che “chi odia va fermato. Non mi arrendo”. E sulla presidenza della Commissione dice: “Se me la propongono, sono dell’idea di dire si’. Sono stata in dubbio e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere”.

    Per quanto riguarda la necessità impostagli di avere una scorta, Segre spiega che “ne’ io ne’ i miei familiari abbiamo chiesto nulla. Il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico della prefettura di Milano ha ritenuto di garantirmi una tutela, che e’ una forma di protezione piu’ blanda della scorta. Naturalmente sono rimasta di stucco: a quasi 90 anni per la sola colpa di essere una sopravvissuta alla Shoah e di esporre pacatamente i miei convincimenti, c’e’ bisogno che sia tutelata la mia sicurezza. E’ certo un condizionamento nella vita privata e mi disturba l’idea di essere un peso per lo Stato, pero’ i carabinieri che mi accompagnano sono ragazzi meravigliosi che mi hanno adottata come una nonna, non solo con professionalita’, ma anche con affetto”. E a chi ha criticato l’istituzione della Commissione la senatrice risponde: “Mi sembra una barzelletta: “Qual e’ il colmo per un’ebrea sefardita? Diventare il capo dell’Inquisizione spagnola”. Ma figuriamoci! Sono arrivati al paradosso di ribattezzarla con tono demonizzante “Commissione Segre-Boldrini” gli stessi partiti che nella passata legislatura, alla Camera, avevano approvato all’unanimita’ le conclusioni della Commissione Jo Cox, cioe’ la vera “Commissione Boldrini”. Siamo seri. La Commissione che ho proposto non puo’ giudicare ne’ censurare nessuno, non puo’ cambiare le leggi. Si tratta di studiare un fenomeno, di avanzare proposte su un problema per cui tutti, anche gli esponenti dell’opposizione quando parlano a telecamere spente, si dichiarano allarmati. L’odio in Rete dilaga. La convinzione di agire in una zona franca e nell’anonimato sta producendo un imbarbarimento, una sorta di bullismo su larga scala, che le leggi esistenti non riescono a contenere”. Anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni dicono di essere bersagliati da insulti e minacce. “Colgo l’occasione – sottolinea la senatrice – per esprimere loro solidarieta’. Saro’ un’illusa, ma continuo ad auspicare che tutti si uniscano in un impegno bipartisan per prevenire l’epidemie dell’odio. Io ho sperimentato i danni che possono produrre”.

     

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