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    Ci risiamo con i paragoni infelici

    È accaduto di nuovo. Stavolta davanti al Teatro Storchi di Modena dove Valter Malatosti metteva in scena un monologo tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi. La realtà rovesciata ha fatto di nuovo capolino con il blitz dei no vax e dei no green pass che si sono piazzati davanti all’ingresso e hanno avvicinato gli spettatori in attesa di entrare.

     

    “Voi siete come in campo di concentramento”, hanno detto i no Green pass alle persone che stavano preparando il Qr code da mostrare agli addetti del teatro, secondo quanto descritto dal Resto del Carlino. “Con il Green pass e le mascherine siete come bestie di una mandria”. Ma sono andati oltre. “Non vi rendete conto che la situazione in Italia è uguale a quella lamentata da Primo Levi nel testo teatrale di oggi?”. La rissa è stata evitata grazie al fatto che le porte del teatro si sono aperte e gli spettatori hanno iniziato ad entrare e per fortuna sono arrivati anche i carabinieri.

     

    Raggiunto al telefono da Shalom, Malatosti dichiara: “Chi paragona il green pass ai lager basterebbe che ascoltasse il mio spettacolo e capirebbe quanta differenza c’è tra la sofferenza di chi ha passato quell’esperienza e quale sia la diversa pesantezza di chi ha subito la discriminazione e l’annientamento. Questo paragone è una vera e propria follia, secondo me deriva da un cattivo gusto ignobile, dall’ignoranza e dalla mancanza di educazione, dalla possibilità di dire cose violente quando non si dovrebbe proprio dirle. A Modena, non è successo niente di che, due scappati da casa hanno manifestato, è stato molto interessante che il pubblico convenuto abbia protestato vivacemente contro questa piccola forma di violenza e di insulto. Bisogna avere pazienza e non dare troppo spazio a queste persone, far capire che è folle questo tipo di paragone. Non ci vuole una repressione poliziesca, ci vuole che ognuno reprima questi pensieri e che prima di dire cose di questa portata e di questa idiozia ci pensi due volte”.

     

    Siamo stufi. Inorriditi dai paragoni no vax. Non è bastata la pagliacciata di Novara dove gli antivaccinisti sono sfilati con le divise dei deportati di Auschwitz due settimane fa, adesso si approfitta anche di uno spettacolo sui campi di sterminio. Ma siamo anche stanchi quando si ventilano presunte connessioni lobbistiche del ministro Roberto Speranza, definito ebreo che risponde ai “padroni” da Francesca Benevento ex m5s. I no vax usano gli ebrei come personaggi di un film o di una tragedia da indossare. Hanno ragione gli spettatori dello Storchi, è una vergogna, ma è soprattutto l’antitesi di quello che diceva Primo Levi in “Se questo è un uomo”.

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