“E’
inutile che ti dai da fare, tanto in Israele non ci arrivi” oppure
“Tanto muori come morirà mio padre”. Sono alcuni dei macabri messaggi
rivolti sui social a Paolo Palumbo, il giovane chef oristanese malato di Sla che
da settimane sta conducendo una battaglia per ottenere la terapia sperimentale
Brainstorm adottata negli Usa e in Israele. La denuncia arriva dal fratello su
Facebook: “Abbiamo saputo che ci sono delle chat private in cui dei
gruppi di persone si divertono ad
insultare l’operato di Paolo e si
mettono d’accordo per trovare il modo di demolire agli occhi degli altri
ogni sua azione. E’ giusto che questa gente sappia che ogni atto diffamatorio
documentato avrà le conseguenze che merita, perché la legge è uguale per tutti
e la cattiveria gratuita ai danni di un giovane nelle sue condizioni non può essere
giustificata”.
“Non
pubblicheremo i loro nomi di costoro come invece stanno facendo loro con noi,
sabotando una campagna di raccolta fondi che si e’ sempre basata sulla
trasparenza e con un obiettivo nobile:
sarebbe vergognoso”, aggiunge il fratello di Paolo, a 21 anni il malato di
sla piu’ giovane d’Europa che punta a raccogliere 900 mila euro per affrontare
le spese necessaria a sottoporsi alla terapia sperimentale ‘Brainstorm’ nell’ospedale
di Hadassa. “L’obiettivo di Paolo, fin dall’inizio del suo sciopero della
fame”, spiega il fratello,
ricordando la protesta che ha portato il ragazzo alla ribalta nazionale,
“e’ sempre stato quello di portare questa terapia sperimentale in Italia, affinche’ per lo meno
i suoi costi si dimezzino. Infatti, e’
grazie a lui se e’ attualmente in discussione l’attuazione del protocollo
d’urgenza da parte del ministero della salute per portare la terapia nel nostro
paese in tempi brevi”.