Un’artista poliedrica, creativa, appassionata; ma della quale abbiamo visto solo una parte di ciò che avrebbe potuto realizzare. Charlotte Salomon, infatti, ebrea berlinese fuggita in Francia, nel 1943, a soli 26 anni, morì ad Auschwitz. Ma poco prima della deportazione, tra il 1940 e il 1942, aveva dato libero sfogo alla sua fantasia: oltre mille tempere, che ripercorrono attraverso colori e stili variegati le sue difficili tappe di vita. Oggi le opere di Charlotte Salomon sono state raccolte nel volume “Vita? o Teatro?”, edito per la prima volta in italiano da Castelvecchi, presentato con ilPatrocinio dell’Ambasciata francese presso la prestigiosa cornice dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Dopo i saluti introduttivi Stéphane Gaillard, Direttore ad interim dell’Accademia, dell’Ambasciatore di Francia in Italia Christian Masset (che ha definito l’opera “una testimonianza e un capolavoro”) e della Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, alcune letture dell’attrice e regista Sonia Bergamasco hanno permesso al numeroso pubblico presente di stabilire un primo contatto con l’artista, poi brillantemente analizzata dalle esperti relatrici: Fiorella Bassan, Docente di Ermeneutica artistica, Sapienza Università di Roma; Giorgia Calò, critica d’arte e consigliere della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma; Elisabetta Rasy, scrittrice e critica d’arte. L’evento è stato organizzato anche con la collaborazione della Fondazione Italia-Israele per la cultura e le arti; nel pubblico presente anche Ofra Farhi, Vice Ambasciatore dello Stato di Israele in Italia.
“Questo evento ha per noi un profondo significato – ha dichiarato a Shalom Giordana Moscati, che come Assessore alla Cultura ha lavorato alacremente all’organizzazione dell’iniziativa. – La figura di Charlotte Salomon permette di affrontare il tema della Shoah da alcuni punti di vista talvolta sottovalutati: l’annientamento graduale dell’identità degli ebrei, che inizia ben prima dello sterminio fisico dei lager; ma soprattutto la distruzione del contributo culturale che molti ebrei scoparsi nella Shoah avrebbero potuto dare. Come assessorato alla cultura ci sta molto a cuore sottolineare questo aspetto. La collaborazione con l’Ambasciata e con l’Accademia di Francia in Italia ci ha permesso inoltre di dar vita a una efficiente sinergia, garantendo un altissimo livello alla presentazione”.
Charlotte Salomon (Berlino, 1917 – Auschwitz, 10 ottobre 1943), studentessa ebrea dell’Accademia di Belle Arti, dopo la notte dei cristalli il 9 novembre 1938, fugge dalla Germania per raggiungere i nonni materni a Villefranche-sur-mer, vicino a Nizza. Qui Charlotte viene a sapere che la famiglia materna è segnata da una lunga catena di suicidi, quello della madre e della zia di cui portava il nome, a cui segue, nel 1939, quello della nonna. Allo scoppio della guerra, tra i problemi familiari e la minaccia nazista, si trova a scegliere tra la morte e la creatività: opta per la seconda. Inizia così le sue opere, tra cui sceglierà 781 tempere che formeranno, insieme ai fogli manoscritti, il romanzo “Vita? o Teatro?”, concluso proprio poco prima della sua deportazione. L’opera non ricostruisce solo la biografia di Charlotte, ma va ben oltre: anzitutto, testi e immagini partono dal 1913, quattro anni prima della sua nascita, quando avviene il suicidio della zia sua omonima. E dal 1933 la narrazione personale si intreccia con le vicende storiche, lasciando percepire la drammaticità delle persecuzioni nella quotidianità.
“Charlotte si può accostare all’espressionismo tedesco, ma c’è anche l’eco della tradizione xilografica tedesca e una forte componente ebraica, che si rivela soprattutto nella sua voglia di vivere, a dispetto del dramma familiare” ha spiegato Giorgia Calò, evidenziando le sue passioni per l’arte il cinema, il teatro, la musica, la pittura. Tutte queste forme sono racchiuse nel volume: oltre alle tavole e ai testi, infatti, ci sono composizioni di ogni genere, talvolta anche miste, come le poesie che si autorappresentano visivamente. Lei stessa diventa un crocevia di diverse culture, raccogliendo molteplici stili nel suo approccio artistico.