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    Cartine geografiche taroccate. L’Anpi Roma diffonde fakenews

    L’Anpi ha convocato per il 27 giugno una manifestazione a sostegno della nascita di uno Stato palestinese. Lo ha fatto corredando su Fb la convocazione con un’ignobile cartina geografica, in circolazione peraltro da tempo immemorabile, che costituisce un clamoroso e deliberato falso storico. La cartina in questione indica le aree palestinesi e quelle israeliane a partire dal 1946, quando Israele ancora non esisteva, sino ad oggi, giocando sull’equivoco tra la Regione Palestina e uno Stato palestinese che non è mai esistito.

    La comunità ebraica romana ha risposto con comprensibile indignazione: “E’ difficile invocare l’antifascismo come valore universale – ha dichiarato la Presidente della Comunità Ruth Dureghello – quando l’Anpi Roma diffonde fake news certificate della propaganda antisemita come questa cartina. Chi usa l’antifascismo in maniera provocatoria e strumentale fa un danno alla memoria e alla democrazia”.

    Dure e a ragione provocatorie anche le parole di Ruben Della Rocca, vicepresidente della Comunità: ”Se poi ci spiegano questo fantomatico ‘Stato di Palestina’ quale sia, visto che non è mai esistito nella storia della umanità ci fanno un piacere. Come fantomatica è una cartina che non identifica Gerusalemme come capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele”.

    L’Anpi ha deciso di cancellare la cartina, aggiungendo però un commento oltre modo offensivo, in cui i sedicenti eredi della lotta partigiana assicurano di non aver mai avuto “parole irrispettose nei confronti del mondo ebraico”, del quale evidentemente ritengono che lo Stato di Israele non faccia parte e lamentando un “accostamento indecente” con il gran Muftì di Gerusalemme alleato dei nazisti, anche se quell’accostamento – effettivamente indecente anche se l’Anpi sembra non rendersene conto – purtroppo lo accerta senza possibilità di dubbio la storia.

    Ognuno, naturalmente, manifesta a favore di chi vuole. Onestà vorrebbe però che, anche difendendo una causa,  si rispettassero criteri di onestà e riferimenti alla realtà storica. Il problema di quelle cartine ignobili non si può superare semplicemente cancellandole da un post, perché il punto davvero critico è proprio che quelle immagini bugiarde rispecchiano un approccio disonesto alla complessa e delicata vicenda israelo-palestinese.

    Ognuno manifesta per ciò che vuole, ma alcuni fatti storici non discutibili devono essere riconosciuti perché altrimenti ci si muove solo in mezzo agli inganni e alla propaganda da due soldi. Ne elenchiamo alcuni.

    Il Gran Muftì di Gerusalemme, massima autorità politica palestinese prima durante e dopo la seconda guerra mondiale fu effettivamente un nazista, ospite di Hitler a Berlino per anni e principale arruolatore delle SS musulmane. Indecente è il fatto in sé, non l'”accostamento”.

    A rifiutare la spartizione della Regione palestinese nei due Stati che oggi l’Anpi invoca furono nel 1948 gli arabi abitanti nella Regione e 14 Stati arabi che dichiararono guerra al neonato Stato di Israele. Senza quel rifiuto e quell’aggressione oggi non dovremmo porci il problema. Il rifiuto di riconoscere Israele è rimasto tale per decenni e ancora oggi permane se non più per l’Anp, certo per Hamas e per molti Stati, a partire dall’Iran, che non mancano mai di promettere l’imminente distruzione dello Stato di Israele. Nel silenzio dell’Anpi.

    Dopo la guerra del 1948-49 a impedire la creazione di uno Stato palestinese furono i paesi arabi e in particolare la Giordania che preferì annettere l’intera West Bank. Senza quella decisione oggi non si discuterebbe di un possibile Stato palestinese.

    Nella Gerusalemme capitale di Israele la libertà di culto è pienamente garantita a tutti. Nella Città Vecchia occupata dagli arabi tra il 1948 e il 1967 l’accesso al Muro occidentale era proibito agli ebrei, le sinagoghe erano state distrutte e buona parte della popolazione ebraica (che a Gerusalemme è sempre stata la maggioranza nella storia) era stata cacciata dalle abitazioni nella Città vecchia. Sarà questa la “Gerusalemme cosmopolita” di cui favoleggia l’Anpi?

    Nel 2000 gli accordi di Camp David, che avrebbero permesso la nascita di uno Stato palestinese con capitale la “Gerusalemme cosmopolita” furono respinti dall’Anp di Yasser Arafat, non dallo Stato di Israele. Se L’Anpi non fosse vittima di frequenti amnesie sarebbe meglio per tutti e in particolare per l’Anpi stessa.

    A tutt’oggi le posizioni delle forze palestinesi tradotte a beneficio degli occidentali e quelle in lingua originale sono sideralmente distanti. Le vignette però sono in linguaggio universale e quanto a violenza e volgarità antisemite non hanno nulla da invidiare allo stile di Julius Streicher, il gerarca nazista che si distingueva per il suo antisemitismo portato ai livelli più estremi. Uno degli ospiti del Gran Muftì a Berlino.

    Ognuno manifesta con chi vuole, e se un’associazione che si dichiara partigiana e di “avere per nemico solo il nazifascismo” vuole manifestare con chi dei nazifascsti è stato un tempo amico e alleato e ancora oggi ne condivide i codici antisemiti è un problema dell’Anpi. Un poblema grosso però…

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