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    Attentato alla Sinagoga di Roma – Il Riformista svela i documenti segreti del Sisde: “Il Governo sapeva”

    Francesco Cossiga lo aveva detto chiaramente al quotidiano israeliano Yediot Aharonot nel 2008: “Vi abbiamo venduti” e lo scoop de Il Riformista di oggi sull’attentato del 9 ottobre 1982 dove morì Stefano Gaj Tachè e rimasero ferite 35 persone sembra dar ragione alle parole dell’ex Presidente della Repubblica. 

    Nei documenti pubblicati oggi il Sisde segnala probabili attentati già dal giugno 1982: “La possibilità di un attentato era stata segnalata da Sisde più volte a partire dal 18 giugno 1982. Quel giorno il direttore del Sisde Emanuele De Francesco inviò un telex “riservato e urgente”a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Sismi intitolato “Probabili attentati contro obiettivi israelitici o ebraici in Europa”. (…) Il 27 giugno il Sisde faceva partire un nuovo “Appunto riservato” secondo cui gruppi di studenti palestinesi “avrebbe in animo” attacchi contro obiettivi ebraici a Roma. Dal 18 giugno al 9 ottobre furono inviate 16 segnalazioni di possibili attentati in Italia. Nell’ultima del 2 ottobre nelle tre righe era esplicitamente indicata la sinagoga come obiettivo. (…) La più esplicita è quella del 25 settembre dove il Sisde afferma che una fonte attendibile aveva segnalato la possibilità di attacchi del gruppo dissidente palestinese guidato da Abu Nidal: “prima, durante o subito dopo lo Yom Kippur, che quest’anno cadrà il 27 settembre”.  La sinagoga non fu presidiata e il 9 ottobre non c’era nemmeno la macchina della polizia”. 

    Dopo 40 anni si riaccendono i riflettori su una delle pagine più buie della nostra Repubblica e la Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello ha chiesto chiarezza: “Emergono dettagli inquietanti nei documenti riportati da Il Riformista di oggi nell’articolo sull’attentato alla sinagoga del 1982. Il Sisde segnalò il pericolo attentati eppure quella mattinata non c’erano forze dell’ordine a presidiare. È arrivato il momento di fare chiarezza”.

    Dure anche le parole del vice presidente della Comunità ebraica di Roma Ruben Della Rocca: “Sono quasi 40 anni che ci portiamo dietro questo magone nel non sapere perché impunemente fu permesso ai palestinesi di riversare il loro odio antiebraico su di noi. Ora esigiamo risposte!”.

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