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    ITALIA

    Antisemitismo, la manifestazione a Roma dell’Associazione Setteottobre

    “Ad Amsterdam, la caccia all’ebreo, un pogrom senza precedenti. Svegliamoci tutti”. Recita così il titolo con il quale l’associazione Setteottobre ha indetto la manifestazione tenutasi l’11 novembre nei pressi di Largo di Torre Argentina, a Roma. Un’invocazione forte e decisa. Una presa di posizione necessaria che condanna l’infame atto persecutorio, il pogrom che ha sconvolto la città di Amsterdam nella notte fra giovedì 7 e venerdì 8 novembre, al termine della partita Ajax – Maccabi Tel Aviv. La manifestazione con l’obiettivo di combattere l’antisemitismo, denunciare l’islam radicale e contrastare l’indifferenza per lottare per la libertà, è stata sottoscritta da 42 organizzazioni, ebraiche e non, a testimonianza dell’impegno civico delle persone in piazza.
    L’elenco delle associazioni partecipanti ha anticipato il primo intervento del presidente dell’Associazione Setteottobre Stefano Parisi. “Basta con la violenza sugli ebrei. Non è possibile che gli ebrei oggi trovino in Israele maggiore sicurezza. Israele bombardata quotidianamente a nord e sud. Gli ebrei francesi vanno via dalla Francia per andare in Israele perché li si sentono più sicuri. Questa è una cosa che non è più tollerabile” ha dichiarato il presidente dell’Associazione Setteottobre. Parole dure e contemporaneamente estremamente concrete nel dipingere una realtà, quella delle comunità ebraiche della diaspora abbandonate al loro destino, sempre più normalizzata. La realtà della guerra che coinvolge Israele su sette fronti diversi da più di un anno e la narrazione che mistificata e descrive seguendo interessi terzi è foriera di antisemitismo su scala mondiale. Quello che il presidente Parisi denuncia è la retorica violenta che contamina i nostri centri di cultura, i nostri mezzi di informazione, le nostre associazioni, le quali spesse volte porgono il fianco alle retoriche di Hamas demonizzando Israele, reiterando un pensiero antisemita. Esortare all’unità “dobbiamo essere sempre tutti insieme” stare insieme, lavorare e collaborare per tutelare la nostra libertà.

    All’intervento di Stefano Parisi è seguito quello della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni la quale, rinnovando il ringraziamento per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine (come già fatto dal presidente Parisi), ha invitato la popolazione non ebraica a fidarsi del passato e dell’esperienze maturate dai propri concittadini ebrei perché “Oggi è la caccia all’ebreo ma domani sarà una donna o una ragazza qualsiasi che si veste come gli pare, come quella che abbiamo visto in Iran qualche giorno fa. Ragazze, donne, omosessuali, cittadini chiunque aprite gli occhi e svegliatevi perché questo torpore e questo dormire domani vuol dire l’Iran dentro l’Italia”. È intervenuta anche la Consigliera della Comunità Ebraica di Roma Johanna Arbib, Assessore alle Relazioni Internazionali
    della CER. “Quello che è successo ad Amsterdam è un punto di non ritorno”, poiché intimare un cittadino europeo ebreo di non portare i suoi simboli identitari è inammissibile. Esiste un filo rosso, secondo Arbib, che lega episodi come accampamenti, manifestazioni, violenze non per ultima quelle subite ad Amsterdam e questo legame è “l’antisionismo vestito da antisemitismo”. La politica, i mezzi di comunicazione dovrebbero prendersi la responsabilità di parlare della vera Israele e di come sia nato, ricordando inoltre come una parte dell’opinione pubblica abbia “dimenticato le donne stuprate”. Alla retorica del “se lo è cercato” in riferimento alle donne stuprate da Hamas o ai tifosi picchiati per le strade di Amsterdam, l’ammonimento è chiaro: “La democrazia si difende sotto il muro di Gerusalemme. Oggi il mondo è libero perché esiste lo Stato di Israele ed esisterà sempre”. L’invito ultimo che rivolge Arbib alle istituzioni è quello di adottare la definizione IHRA (Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto) di antisemitismo per dire basta all’odio e con obiettivo ultimo “la difesa dei valori democratici. Am Israel Chai”.
    La lettura della Dichiarazione dell’ambasciata del Regno dei Paesi Bassi ha rinnovato con fermezza lo sdegno per quando accaduto ad Amsterdam condannando su tutti i fronti quando accaduto, anticipando l’intervento di Andrea Cangini, segretario generale della Fondazione Einaudi. Questi ha esordito toccando i valori in comune che associano la Fondazione e Israele, “libertà, democrazia, pluralismo, tolleranza” e l’orrore del 7 ottobre non ha fatto che avvicinare la Fondazione allo Stato ebraico.
    L’intervento successivo ha visto prendere la parola la senatrice Maria Stella Gelmini, la quale ringraziando la piazza e l’Associazione Setteottobre ha richiamato alla responsabilità e alla denuncia degli episodi di antisemitismo in Europa ed in Italia. Leggere sulle cronache dei giornali di episodi di violenza, fisica e psicologica, a danno di cittadini ebrei non è più accettabile. “Una comunicazione che confonde aggredito con aggressore” è la radice di questo odio che imperversa per le strade e “vuole attribuire al popolo di Israele responsabilità anche rispetto Gaza, che non ci sono nella forma in cui vengono raccontate”. La voce deve essere alta e non bisogna rassegnarsi al momento, nonostante, e continua, nella (sua) città di Milano “ci siano state delle manifestazioni che inneggiavano a Hamas, con la foto di Sinwar, alla quale hanno partecipato anche rappresentati della politica senza prendere la distanza”. Dichiarazioni gravi e violente, afferma la senatrice, figlie di un gravissimo errore da denunciare. Dichiarazioni che invocano slogan come “dal fiume e al mare, quando si inneggia a Hamas e quando si prendono posizioni contro il popolo di Israele”. Concludendo il suo intervento, Gelmini porge le sue scuse da cittadina prima che da senatrice perché “Israele sta combattendo per tutto l’Occidente, avamposto della democrazia e della libertà, in difesa dei valori in cui tutti crediamo” denunciando l’ignoranza che aleggia quando si parla di Israele.
    Secondo Piero Fassino, le drammatiche immagini di Amsterdam “hanno evocato immagini di altri tempi”, con riferimento alla Notte dei Cristalli. L’esito non deve esser lo stesso e non sarà lo stesso, affermando in maniera decisa il contrasto ad “ogni forma di antisemitismo, antiebraismo, di antisionismo per costruire una coesione forte nell’opinione pubblica”. Nell’ultimo anno, rappresentazioni manichee stanno avendo la meglio. Narrazioni che confondono aggressore con aggredito. Fassino ammonisce su un secondo punto, la guerra mediatica che Hamas sta vincendo. “Tutto quello che viene comunicato parte dalla comunicazione di Hamas” e questa strategia comunicativa sta facendo prevalere le posizioni terroristiche nell’opinione pubblica. Ricordando un recente viaggio tra Israele e Palestina si è ritrovato sorpreso dallo scetticismo, di maggioranza e opposizione israeliane, per una soluzione a due stati che condannerebbe ad una “guerra permanente”. Bisogna ricostruire una fiducia che si è sgretolata negli ultimi tempi ed una soluzione per cui “la nascita di uno stato palestinese, non metta in causa, non comprometta la sicurezza di Israele”. È necessario ridare forza ed energia alle ragioni di Israele di esistere.
    Il contributo conclusivo del presidente Stefano Parisi ha annunciato una grande novità. Una proposta presentata al parlamento italiano per introdurre in Italia il reato universale di antisemitismo. “La propaganda di Hamas e l’odio antisemita non hanno confini e anche le istituzioni europee non devono avere confini. Tutti i Paesi europei devono introdurre il reato universale di antisemitismo”. E continua: “basta con la retorica, non vogliamo dichiarazioni. Fatti! Questo è un fatto concreto, gravissimo che deve essere affrontato ora”, l’antisemitismo è un problema del passato, del presente e del purtroppo lo sarà anche del futuro se non ci sarà un impegno da parte di tutti nel combatterlo ed eradicarlo dalla nostra società.
    Sono intervenuti anche il giornalista RAI Antonino Monteleone, la giornalista Flavia Fratello, Riccardo Pacifici vicepresidente EJA (European Jewish Association), Luciano Nobili di Italia Viva, Aurelio Mancuso di Sinistra per Israele, l’ambientalista Rosa Filippini.

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