Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ITALIA

    “Antisemitismo crescente e passi indietro nel dialogo interreligioso”: il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni al Giornale

    Sentimenti di ostilità per Israele e le comunità della diaspora, le difficoltà del dialogo ebraico-cristiano, i rapporti con le istituzioni e la politica. Questi i temi che, a pochi giorni dalla Giornata della Memoria, il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni ha affrontato in un’intervista rilasciata a Il Giornale.
    L’ultimo segnale inquietante di ostilità nei confronti dello Stato ebraico, “l’unico a essere messo sotto accusa, l’unico contro il quale ci si mobilita”, dice il Rav, si è manifestato sabato scorso con l’assalto alla Fiera dell’oro di Vicenza, che ha fatto emergere anche “un aspetto violento nato da ambienti in cui serpeggia la simpatia per movimenti sovversivi”.
    Il mondo ebraico si trova ad affrontare un passaggio storico doloroso dopo il 7 ottobre che “è frutto di una brutalità, che ci riporta indietro di decenni o secoli” all’indomani del quale “si affacciano sentimenti e comportamenti che credevamo sepolti”.
    Per ciò che riguarda la partecipazione alla Giornata della Memoria “c’è un grande dibattito nella comunità ebraica – continua Rav Di Segni – anche per le accuse dell’Aia, dove le prospettive si sono ribaltate. Ora dal banco dei testimoni siamo passati al banco degli accusati”.
    Nell’intervista il Rav avverte questa ostilità su diversi piani, incluso quello personale: pochi giorni dopo il 7 ottobre, infatti, è stato vittima di un’aggressione verbale. Ribadisce, inoltre, che sono stati fatti passi indietro nel dialogo interreligioso, come anche la delusione della comunità ebraica per le posizioni del Vaticano.
    Tuttavia, giungono dal Governo italiano “manifestazioni di solidarietà e dichiarazioni importanti, ma anche comportamenti concreti, sul campo – spiega il Rav – come l’aumento dell’attenzione e della sicurezza per i nostri luoghi”.
    Nonostante nutra speranza per una pacifica soluzione di questa crisi, il Rav esprime al momento “preoccupazione perché non vedo ancora la luce in fondo al tunnel”.

    CONDIVIDI SU: