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    Aggredito in quanto ebreo. Il padre del ragazzo: non ci fermeremo

    È domenica. Un ragazzino di 12 anni va al parco dietro casa per giocare con un suo compagno di classe. Siamo nel comune di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno. Viene aggredito, insultato, preso a calci, colpito da sputi. Autrici di questo grave atto due ragazzine di 15 anni “perché il bambino è ebreo”.  “Verso le 17.30 – racconta a Shalom il padre del ragazzo – l’ho chiamato per sentire come andasse, mi ha risposto che sarebbe rientrato dopo un’ora. Ma poco dopo ho visto mio figlio che tornava a casa scioccato, sconvolto. Gli ho chiesto cosa fosse successo, non riusciva a parlare dalla disperazione. Guarda un po’, mi ha detto, aveva appoggiato il giubbotto sul lavandino della cucina ed era lì a pulirsi gli sputi che aveva subito da queste ragazze”.  Ma come sapevano che il ragazzino era ebreo? “Non lo so- risponde il padre- deduco forse il compagno di classe avrà detto loro arriva un mio amico ebreo. Mio figlio mi ha detto che le conosce soltanto di vista, sono più grandi di lui di due-tre anni. Non so come è venuto fuori il fattore della religione. Da quel che ho ricostruito ad un certo punto sono scaturite ingiurie antisemite, una di queste gli ha detto stai zitto, mi dà fastidio la tua voce. Mio figlio le ha risposto: io parlo quanto mi pare. A quel punto, si è alzata, gli ha dato uno spintone, gli ha detto guarda che ebreo di …, e tutte e due hanno cominciato a dargli calci e schiaffoni, a sputargli addosso, a dirgli tu devi morire nei forni…”

    Ma ha parlato coi genitori delle ragazze? Si sono scusati? “No, non ci ho parlato e non si sono fatti sentire per scusarsi”. Si sa chi sono? “Sì, qui ci si conosce un po’ tutti, è un paesino di seimila persone. Sono due ragazzine che frequentano scuole di Piombino, sono alle superiori, mio figlio è in seconda media”. Anche questo è strano, spiega il padre del ragazzo, generalmente le ragazzine frequentano i più grandi e non i più piccoli.  

    “Sono un po’ sconvolto – ci confessa il padre del ragazzo che ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. “Tutte le forme di razzismo vanno soppresse fin dalla nascita. Oggi è accaduto a me, domani potrebbe accadere a qualcuno della comunità araba o senegalese. È intollerabile nel 2022 avere forme di razzismo e soprattutto in comunità così piccole. Non mi capacito, degli sputi, delle umiliazioni. Mio figlio è tornato scioccato. Avrei preferito un pugno ad un’umiliazione del genere. Anche da ragazzo, ho subito battutine, le barzellette sugli ebrei, ma sempre a livello verbale, mai è accaduto qualcosa di simile nella mia gioventù. Lo vedevi nei film”. Ma cosa ha scatenato questa violenza? Qualcosa che si sente in famiglia? “Potrebbe essere la prima ipotesi o la scuola, frequentano magari altri ragazzi che hanno atteggiamenti razzisti o antisemiti. È in questi due ambienti in cui la Digos dovrà indagare”. 

    “Nessun passo indietro, sei milioni di passi avanti”, dice poi il presidente della comunità di Livorno Vittorio Mosseri. “Faremo tutto ciò che possiamo perché quello che è successo è una cosa che non può essere passata sotto silenzio o come una goliardata o una ragazzata. È una cosa molto grave, bisogna perseguirla in tutte le maniere perché le persone che hanno aggredito il ragazzo e i genitori, visto che sono due ragazze minorenni di 15 anni, siano perseguite come la legge prevede”. 

    Anche sul sito del comune di Campiglia Marittima la sindaca Alberta Ticciati dichiara: Una situazione incredibile, da pelle d’oca, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese. L’Amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata. Questi atti, pericolosi e inaccettabili, vanno stroncati subito. Mentre ci avviciniamo al Giorno della Memoria del 27 gennaio che segna sul calendario la fine della Shoah a livello mondiale, assistere a scene di questo tipo nel nostro contesto sociale è scioccante. Per questo è necessario andare avanti sull’accaduto con la fermezza che la sua gravità richiede. L’Amministrazione comunale esprime la più profonda solidarietà al ragazzo e alla sua famiglia. Tutta la nostra comunità è con loro. Contro la violenza, contro la discriminazione, contro l’orrore che questi atti suscitano. Stop all’antisemitismo”, conclude il Comune.

    “Meditate che questo continua ad accadere. Meditate che perché sei ebreo, o magari omosessuale o magari nero o magari Rom, puoi essere insultato, aggredito, sputato. L’antisemitismo ha una storia millenaria purtroppo, noi ebrei abbiamo le antenne pronte per cogliere ogni segnale di peggioramento della situazione e questo è uno di quei momenti “, scrive Emanuele Fiano del Pd. E a ridosso del Giorno della Memoria non possiamo dargli che ragione, purtroppo.

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