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    A Ferrara Festival dei cori ebraici

    Da giovedì 27 a domenica 30 giugno Ferrara si trasforma in palcoscenico e ospita la settima edizione del Festival dei Cori Ebraici Europei, organizzato dal Coro Ha-Kol di Roma e dalla European Association of Jewish Choirs (EUAJC), su invito del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoahe del Teatro Comunale ‘Claudio Abbado’. Il 27 e il 28 giugno al MEIS e il 30 giugno al Comunale, 240 tra musicisti e coristi provenienti da cinque Paesi europei presentano al pubblico le musiche liturgiche e della vita quotidiana ebraica, i canti delle tradizioni sefardita e askenazita, insieme ad arrangiamenti e a composizioni contemporanei. Come ricorda Richard Di Castro, Presidente del Coro Ha-Kol, “il Festival è nato un po’ per caso nel 2012, quando fummo invitati a partecipare a un incontro con altre formazioni a Londra. Da quell’esperienza abbiamo colto le potenzialità di un simile evento, che è diventato itinerante e giunge quest’anno alla settima edizione”. Dopo Londra, il Festival è approdato a Vienna, Roma, ancora a Londra, San Pietroburgo, Leopoli e Ferrara. “Ogni città ci ha spalancato le braccia, mettendo a disposizione sedi bellissime, dalla sinagoga londinese di Marble Arch al Teatro Argentina a Roma, fino alla Cappella dell’Accademia di Stato a San Pietroburgo. E per un coro amatoriale è un onore entrare in questi santuari della musica”. Gli ebreihanno sempre cantato, suonato e composto musica, anche nei momenti più tragici della loro storia. E la manifestazione è un’occasione di scambio tra tradizioni musicali diverse, che consente ai gruppi coinvolti di conoscersi, capire, interagire con il tessuto cittadino che li accoglie. La musica, insomma, come ponte di dialogo. Nel 2014, ad esempio, al concerto di gala al Parco della Musica di Roma, il gruppo ucraino e quello russo di San Pietroburgo si esibirono sullo stesso palco, nonostante il conflitto in atto tra i rispettivi Paesi. Ma non solo. La musica anche come fattore che vivifica luoghi e culture: “Lo scorso anno il Festival si è tenuto a Leopoli, dove hanno vissuto fino a duecentomila ebreie che ha avuto molte sinagoghe. Alla fine della guerra, dopo la liberazione da parte dei sovietici, di ebreine erano rimasti appena ottocento e di sinagoghe una sola, ma la tradizione ebraicaera ancora viva. Grazie al Festival – conclude Di Castro -, dopo cinquant’anni quella sinagoga è tornata a riempirsi di gente e di musica, e il rabbino askenazita, vestito a festa, non poteva credere ai propri occhi. È stato molto commovente”. Oltre ai 20 coristi di Ha-Kol, nel capoluogo estense si esibiscono i 40 del Wiener Judischer Chor, i 35 di Les Polyphonies Hebraiques de Strasbourg, i 23 dell’Ensemble Choral Copernic di Parigi, i 46 di The Zemel Choir di Londra e i 14 musicisti della Shtrudl – Band di Leopoli, mentre l’Accademia Corale ‘Vittore Veneziani’ di Ferrara partecipa al concerto di gala del 30 giugno. 

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