Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    "1938 – Vite spezzate"

    Alla Fondazione Museo della Shoah, la mostra sulle Leggi Razziali. Aperta fino al 18 novembre

    La Fondazione Museo della Shoah presenta, alla Casina dei Vallati, a Roma, la mostra “1938 – Vite spezzate”, a cura di Marcello Pezzetti e Sara Berger. La mostra, allestita fino al 18 novembre, è la seconda delle due esposizioni che la Fondazione ha voluto realizzare in occasione dell’80mo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia. Uno sguardo particolare su uno dei periodi più bui della storia d’Italia (1938-1943), quello in cui il governo di un paese che si considerava “civile” ha violentemente calpestato i diritti di una parte dei suoi cittadini. Tutte le persone di origini ebraica, considerate inferiore dal punto di vista “biologico”, vennero infatti escluse da ogni ambito della società nazionale. 

    Nella mostra vengono raccontati i casi di studenti e docenti espulsi dalle scuole e dalle università italiane; di scrittori, musicisti, giornalisti ed esponenti della cultura che dovettero smettere di produrre arte e sapere; di impiegati, ingegneri, avvocati, magistrati e medici che non poterono più esercitare la professione che fino a quel momento avevano svolto con sacrificio e competenza. Senza dimenticare gli esponenti di altre categorie, quali gli appartenenti alle istituzioni statali, all’esercito, allo sport. Un focus particolare viene riservato all’internamento degli ebrei stranieri e di quegli ebrei italiani ritenuti “pericolosi” antifascisti. 

    Non sono trascurati i casi drammatici di ebrei fascisti, che si sentirono doppiamente traditi, e di giovani che presero la strada dell’antifascismo e poi della resistenza, così come di esponenti delle istituzioni ebraiche che cercarono di far fronte alla nuova situazione e in particolare di coloro che decisero di dedicare la propria vita all’assistenza dei più bisognosi. 

    La mostra si chiude evidenziando le scelte più dolorose: quella di lasciare la patria emigrando e quella più estrema e tragica in assoluto, ovvero il suicidio. Un tragico capitolo di storia ricordato attraverso fotografie, manifesti, documenti, giornali, oggetti e filmati, in gran parte inediti e originali, provenienti da numerosi archivi e collezioni private. 

    CONDIVIDI SU: