Alla vigilia del quarto mese dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky è stato invitato a parlare all’Università Ebraica di Gerusalemme di fronte a docenti e studenti che hanno avuto la possibilità di poter fare domande al Capo di Stato ucraino.
“Amo il vostro paese”, ha affermato il presidente. “Sono grato al popolo di Israele per il sostegno sincero ed emotivo all’Ucraina. Lo vediamo e lo apprezziamo molto”, ha aggiunto.
Tuttavia non ha perso l’occasione per criticare il governo israeliano. Infatti si è detto deluso dal livello di sostegno materiale e diplomatico ricevuto dal governo dello Stato ebraico, ritenuto non sufficiente. Ha affermato inoltre che “Israele deve aderire al regime di sanzioni contro la Russia, perché non si tratta di affari, ma di valori e sicurezza generale”.
Affermazioni che però non sono effettivamente in linea con quanto è stato fatto dal governo israeliano fino ad oggi. Il premier Bennett sin dall’inizio del conflitto ha cercato di mediare tra Russia e Ucraina. Mentre il Ministro degli Esteri Yair Lapid ha condannato più volte le atrocità commesse sul suolo ucraino dall’esercito russo. Gerusalemme inoltre, nonostante non abbia inviato equipaggiamento difensivo all’esercito ucraino, ha inviato oltre 100 tonnellate di aiuti umanitari e allestito un ospedale da campo vicino a Leopoli per sei settimane.
Dopo il suo discorso, Zelensky ha risposto alle domande degli studenti, inclusi alcuni degli studenti ucraini fuggiti da Kharkiv per studiare all’Università Ebraica, diventando protagonista, insieme ad una studentessa, di un simpatico siparietto.
Infatti una studentessa ucraina presa dall’ansia di dover fare una domanda al proprio presidente, non riusciva a fare la domanda in inglese. Zelensky sorridendo l’ha rassicurata dicendogli prendersi il suo tempo, e che andava bene porre la domanda come meglio preferiva.
Zelensky ha concluso l’incontro dicendo che tiene profondamente alle relazioni tra Israele e Ucraina. “Abbiamo un futuro comune, un grande futuro”, ha affermato, “questo perché abbiamo una grande storia in comune”, facendo riferimento ai pionieri sionisti cresciuti in Ucraina, tra cui il primo ministro Golda Meir, l’autore Sholem Aleichem e il presidente Yitzhak Ben-Zvi.