Sono trascorsi due mesi e mezzo dalla conquista della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo e l’atleta israeliana Avishag Semberg ha vinto un meritatissimo oro nella categoria fino a 53 kg ai Campionati mondiali di taekwondo in corso di svolgimento a Podgorica in Montenegro. I Mondiali hanno riservato grandi soddisfazioni anche a Nimrod Kravintsky vincitore dell’oro nella categoria fino a 68 kg e a Rebecca Baich che ha è riuscita ad aggiungere al medagliere il bronzo nella categoria piuma fino a 46 kg. La squadra guidata dal tecnico Yehiam Sharabi ha conquistato il terzo posto assoluto continuando così ad aggiungere piazzamenti utili per il ranking mondiale valido per la qualificazione alle prossime Olimpiadi di Parigi.
Di taekwondo si è parlato anche in Italia per celebrare Vito Dell’Aquila, il primo italiano a conquistare la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Il giovane azzurro classe 2000, ha trionfato in finale contro il tunisino Mohamed Jendoubi andandosi a prendere il gradino più alto del podio nella categoria 58 kg.
La prima apparizione alle Olimpiadi del taekwondo è stata, in qualità di sport dimostrativo, alle Olimpiadi di Seul 1988, dove la cerimonia inaugurale, basata principalmente su una esibizione di taekwondo eseguita da diverse centinaia di adulti e bambini, stupì il mondo per le incredibili evoluzioni effettuate in perfetta sincronia. Il taekwondo è diventato poi sport olimpico ufficiale nell’edizione di Sydney 2000.
I combattimenti si svolgono su un campo quadrato di 10×10 m, tra due atleti muniti di protezioni: il corpetto o corazza, il caschetto, paratibie e para-avambracci, conchiglia, paradenti in gomma e guantini. L’atleta per fare punti deve colpire l’avversario sul corpetto oppure al viso con tecniche di calcio. Il combattimento può essere vinto ai punti, o per knock down. In caso di parità assoluta vince chi fa il primo punto (Golden Kick).
La filosofia del taekwondo ha come fondamento l’etica, la morale e le norme spirituali attraverso le quali gli uomini possono vivere in armonia. Le parole del generale Choi, tra i fondatori della disciplina aiutano a meglio comprenderne lo spirito: “Spero che attraverso il taekwondo ogni persona possa acquistare la forza sufficiente per arrivare a essere un esempio di giustizia, opponendosi ai conflitti sociali e coltivando la concordia.
Cortesia (Ye Ui), integrità (Yom Chi) perseveranza (In Nae), autocontrollo (Guk Gi), spirito indomito (Baekjul Boolgool) sono le doti che fanno di un atleta un campione e un essere umano migliore, doti di cui certo tutti possiamo beneficiare.