Israele e Stati Uniti hanno firmato ieri un accordo che rimuove ogni ostacolo alla cooperazione scientifica, permettendo di coinvolgere anche i territori al di là della cosiddetta Linea verde, come nel caso di Gerusalemme est e le alture del Golan. L’intesa, siglata oggi dal premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’ambasciatore americano David Friedman, viene salutata da alcuni osservatori come un primo passo verso il riconoscimento americano della sovranità d’Israele sugli insediamenti, scrive Times of Israel. Altri lo considerano invece una sorta di “premio di consolazione” dopo che il piano di pace di Trump, con l’annessione degli insediamenti, è stato per ora accantonato. “Questa è un’importante vittoria contro quanti cercano di delegittimare tutto quello che è israeliano oltre le linee del 1967″, ha dichiarato Netanyahu. Il protocollo firmato emenda l’accordo scientifico del 1970 che escludeva “le aree geografiche passate sotto l’amministrazione dello stato d’Israele dopo il 5 giugno 1967″. L’amministrazione Trump ha già riconosciuto la sovranità israeliana sul Golan e spostato l’ambasciata americana a Gerusalemme.