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    Allevamento del pollame: da Israele una nuova norma per il benessere animale

    Nella tradizione ebraica il rispetto per il benessere degli animali e la proibizione di infliggere loro maltrattamenti non è solo un principio etico ma una precisa legge religiosa, che viene citata col nome “Tza’ar ba’alei chaim” (proibizione del “dolore degli esseri viventi”). Di qui derivano, fra l’altro, le norme tradizionali molto dettagliate che regolano la shechità, cioè la macellazione animale. Esse sono concepite per evitare il più possibile la sofferenza degli animali destinati al nutrimento degli esseri umani e garantire la loro salute. E’ veramente strano che questa caratteristica fondamentale non sia considerata da coloro che si battono per proibirla, i quali sono numerosi soprattutto nei paesi nordici dell’Europa. Che si permettano la caccia o gli allevamenti intensivi o i grandi macelli industriali e si demonizzi un modo di macellare gli animali che mira a essere il meno doloroso e disumano, fa certamente pensare. 

     

    Del resto la possibilità di cibarsi di animali è concessa secondo la Bibbia agli esseri umani solo dopo il Diluvio, quando diventa evidente la debolezza della natura umana. Inizialmente, secondo il racconto della Creazione, Dio aveva indicato agli esseri umani come cibo solo i vegetali, un modo di nutrirsi che molti nella tradizione ebraica considerano ideale. Sarà per il ricordo di questa memoria religiosa o per altre ragioni, fatto sta che Israele è forse oggi il paese al mondo col maggior tasso di vegetariani e vegani. Nello stato ebraico ci sono oggi più di 400 ristoranti esclusivamente vegani; nella sola Tel Aviv ce n’è altrettanti fra vegani e vegetariani, e circa il 20% dei cittadini israeliani si definisce vegano.

     

    Nessuna meraviglia, dunque che lo Stato di Israele stia progressivamente adottando una legislazione di tutela del benessere animale. In un precedente articolo Shalom aveva illustrato le legge che proibiscono l’importazione e l’uso di pellicce e foie gras. Due giorni fa è uscito un nuovo regolamento che riguarda l’allevamento del pollame. Esso prevede la proibizione dell’uso di gabbie nei pollai e di altre pratiche che in questo tipo di allevamenti si usano per incrementare artificialmente la produzione, per esempio sincronizzando la produzione delle uova. Il punto principale di questa normativa è l’obbligo di dare a ogni animale una adeguata quantità di spazio, sotto sorveglianza veterinaria. Come ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura Oded Forer: “Abbiamo mantenuto la nostra promessa. Questo è il primo passo di una rivoluzione che porterà l’industria avicola in Israele nel ventunesimo secolo e unirà gli aggiornamenti del settore con la salute pubblica e il benessere degli animali. È tempo che le gabbie vecchio stile scompaiano dal paesaggio israeliano e facciano spazio ai moderni pollai con sicurezza biologica e maggiore benessere per gli uccelli. Lavoriamo per portare l’agricoltura israeliana nella realtà del ventunesimo secolo, sotto tutti gli aspetti, e questi regolamenti sono il punto di partenza per tali cambiamenti necessari nel campo dell’ovicultura”.

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