Non teme la siccità estrema. È una nuova varietà di pomodori prodotta da un gruppo di ricerca della Hebrew University (HU) di Gerusalemme. Attraverso un’approfondita analisi genetica, gli studiosi sono riusciti ad aumentare la produzione e la resistenza delle piante anche in condizioni di scarsità d’acqua.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), organo ufficiale dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti.
Come riporta il Jpost, la ricerca è stata condotta dal Dr. Shai Torgeman e dal Prof. Dani Zamir della Facoltà di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente della HU e rientra nell’ambito della cooperazione scientifica con l’Unione Europea nel programma Horizon 2020.
I ricercatori hanno incrociato due diverse specie di pomodoro: il ‘solanum pennellii’ una varietà selvatica a frutto verde proveniente dai deserti del Perù occidentale e il pomodoro comune coltivato ‘solanum lycopersicum’.
Per oltre quattro anni sono state condotte accurate analisi su 1.400 piante e il sequenziamento del DNA. I risultati della ricerca hanno mostrato che l’interazione di due aree dei genomi sui cromosomi delle piante ha determinato un aumento della produzione del 20-50% in condizioni di normale o di scarsa irrigazione.
Secondo i ricercatori, i risultati dimostrano l’efficacia dell’utilizzo di specie selvatiche per migliorare la resa agricola in risposta al riscaldamento globale. Ciò potrebbe essere applicabile anche su altre coltivazioni. Infatti, i pomodori non sono l’unica coltura a rischio: aglio, cipolle e molti altri frutti e ortaggi hanno sofferto delle pessime condizioni climatiche in questi ultimi anni, portando al rapido aumento dei prezzi dei prodotti in tutto il mondo.
Lo scopo della ricerca è quello di coltivare questa nuova varietà di pomodoro per inserirla sul mercato alimentare nei prossimi due o tre anni.