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    ISRAELE

    Israele, uno studente trova una lampada ad olio di 1.600 anni utilizzata dai soldati romani

    Scoperta in modo del tutto casuale, come accade spesso in Israele, una lampada ad olio risalente a 1.600 anni fa. Il ritrovamento è stato fatto da Yonatan Frankel, uno studente di 16 anni della scuola superiore “Tamar” di Hod Hasharon, in gita scolastica nel “Passo dello scorpione” (Ma’ale Akrabim), nel sud del Paese.
    Durante una sosta al forte difensivo d’epoca romana di Zafir, il ragazzo ha raccolto delle pietre: “Una di queste era piena di terra. – ha raccontato il giovane – L’ho pulita e all’improvviso ho visto un disegno. Poi ho capito che si trattava di un oggetto creato dall’uomo e non semplicemente di una pietra”.
    Gli archeologi dell’Autorità Israeliana per le Antichità (IAA) hanno confermato che lampada ad olio trovata è stata realizzata a Petra, in Giordania, nel IV e V secolo. “Lampade di questo tipo sono state scoperte nei forti di Hazeva e Yotvata, anche a Mamshit e a Petra” ha spiegato la ricercatrice dell’IAA Tali Erickson-Gini. La lampada, parzialmente intatta, è identica a quella scoperta nello stesso luogo 90 anni prima dall’ archeologo Nelson Glueck, presidente dell’Hebrew Union College dal 1947 fino alla sua morte nel 1971 a Cincinnati. Il suo lavoro pionieristico sull’archeologia biblica ha portato alla scoperta di 1.500 siti antichi.
    “Sappiamo che tra la città nabatea-romana di Mamshit e le miniere di rame di Feinan (la biblica Punon) nell’Arava centrale, non lontano dall’attuale Moshav En Yahav, nel IV-VI secolo era in uso una via commerciale. – ha spiegato Erickson-Gini – Per garantire le spedizioni di rame e forse anche di oro dalle miniere, furono costruiti una serie di forti tra l’inizio del Passo degli Scorpioni e Hazeva, e uno di questi era il forte di Zafir. Pattuglie a cavallo sorvegliavano l’importante strada. È facile immaginare la lampada che illumina l’oscurità nel forte solitario e isolato presidiato dai soldati romani”.
    “Ogni oggetto che ci viene consegnato – ha detto il direttore generale dell’IAA Eli Escuzido – è conservato dal Dipartimento del Tesoro Nazionale. Ogni oggetto getta una luce significativa (proprio com’è in questo caso) sul nostro passato”.

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