La situazione degli ostaggi
Hamas ha ripreso ieri il suo cinico uso del terrorismo
psicologico sulla pelle delle persone che ha rapito: ha fatto girare un filmato
in cui si vedono tre delle donne sequestrate, le quali danno la colpa della
loro condizione al primo ministro Bibi Netanyahu e chiedono di interrompere
l’offensiva per liberarle in cambio di tutti i detenuti nelle prigioni
israeliane. E’ impossibile dire se queste parole siano state estorte con la
violenza o con l’inganno o se riflettano la disperazione di persone che sono state
sottratte alla loro casa con la violenza più bestiale, in mezzo a scene
inenarrabili di morte e torture e sono in prigionia da quasi un mese,
probabilmente senza notizie e in condizioni di grave disagio fisico. In ogni
caso esse non hanno nessuna responsabilità e le loro dichiarazioni mostrano
solo l’inumanità dei terroristi, il tentativo disperato di Hamas di salvarsi
provocando divisioni nel campo israeliano e magari di ottenere una sponda da
altri stati nel loro sforzo di fermare l’avanzata israeliana, giocando sul
fatto che alcuni dei rapiti hanno un secondo passaporto. Hamas, per esempio, ha
promesso alla Russia, che sempre più si presenta come la loro potenza
protettrice, di trovare e liberare otto cittadini russi che sarebbero presenti
fra gli ostaggi, distinguendoli dagli altri, come già facevano certe volte i
nazisti con gli ebrei. L’uso dei rapiti come pedine contro Israele è un gioco
sordido che non ha avuto nessun successo; ma è probabile che sarà ripetuto e
variato, cercando di contrapporre la liberazione degli ostaggi alla distruzione
di Hamas, che invece fanno entrambi parte dei compiti non negoziabili di
Israele. La prova è la liberazione, avvenuta ieri sera, da parte dei militari
israeliani di una soldatessa che era stata rapita il 7 ottobre, Ori Megidish,
che è stata recuperata in buone condizioni, grazie all’azione dell’esercito e
dei servizi. Al contrario purtroppo, è stato accertato che una ragazza tedesca
di 22 anni, Shani Louk di cui esisteva un filmato dove la si vedeva rapita al
rave party, ferita e umiliata, ma si pensava fosse viva fra gli ostaggi, era
stata invece decapitata dai suoi rapitori dentro Gaza.
L’avanzata
L’operazione di terra delle truppe israeliane a Gaza
procede, allargandosi progressivamente. Il portavoce dell’esercito ha
dichiarato: “Nelle ultime 24 ore, le nostre forze hanno ampliato la propria
area di operazione nella Striscia di Gaza. Ciò include nuovi reparti di
fanteria, carri armati, artiglieria e truppe del genio. Decine di terroristi,
rintanati negli edifici, hanno tentato di attaccare le truppe israeliane in
arrivo. Stiamo effettuando attacchi aerei contro di loro, ma ci sono anche
scontri diretti tra le nostre unità di fanteria e i terroristi di Hamas.” Il
portavoce usa molta vaghezza sui dettagli dell’operazione e non dice quasi
nulla su dove e con quali forze Israele operi a Gaza, certamente per non
aiutare il nemico con le sue informazioni. Si sa che sono state inflitte forte
perdite ai terroristi in questa zona e che un riservista israeliano vi è
mancato per il rovesciamento di un carro. Fonti palestinesi hanno pubblicato un
video in cui si vede che i carri armati israeliani sono già all’incrocio di
Natzarim, a circa un terzo da nord dell’autostrada Salah al-Din, la principale
via di comunicazione che percorre per il lungo tutta la Striscia, in una
posizione a metà strada fra la barriera di sicurezza e il mare. Il piano
israeliano sembrerebbe ora quello di isolare, utilizzando uno spazio agricolo
senza ostacoli né gallerie, la parte urbanizzata a nord della Striscia, dove
l’esercito era già entrato dal confine di Eretz, in modo da ripulirla prima di
entrare nel centro di Gaza City ed eliminare anche lì i terroristi. I
combattimenti urbani sono la parte più difficile e pericolosa del lavoro, per
cui non bisogna farsi eccessivi ottimismi: i combattimenti andranno avanti
ancora a lungo.
I combattimenti
Negli altri teatri di guerra, gli scontri sono continuati
come nei giorni scorsi. Al nord sono continuati gli scambi di colpi di bassa
intensità con Hezbollah e forze siriane. A Gaza l’aviazione israeliana è
riuscita a liquidare alcuni comandanti terroristi ed è intervenuta anche a
Jenin, dove c’è stato uno scontro con un gruppo di terroristi. C’è stato un
tentativo di attentato nella periferia di Gerusalemme concluso con la
liquidazione del terrorista. Insomma, nonostante manifestazioni e veri e proprio
pogrom in alcuni paesi (fra cui soprattutto la Russia, non solo in Daghestan),
intorno a Hamas non si è saldato un vero e proprio fronte di guerra, certamente
per decisione dei dirigenti dell’Iran, che hanno deciso di attendere un momento
più opportuno e dunque di lasciare che lo sforzo bellico israeliano si
concentrasse su Hamas. I terroristi se ne sono apertamente lamentati: dopo i
ripetuti appelli alla guerra dei giorni scorsi, ieri è girato un filmato con
dichiarazioni di un dirigente di Hamas che critica pesantemente l’Autorità
Palestinese, Hezbollah e perfino i loro padroni iraniani per non fare
abbastanza al loro fianco. E’ un segnale di disperazione che merita di essere
notato.