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    Spade di ferro – Giorno 23. L’avanzata e gli ostaggi

    La situazione degli ostaggi

    Hamas ha ripreso ieri il suo cinico uso del terrorismo
    psicologico sulla pelle delle persone che ha rapito: ha fatto girare un filmato
    in cui si vedono tre delle donne sequestrate, le quali danno la colpa della
    loro condizione al primo ministro Bibi Netanyahu e chiedono di interrompere
    l’offensiva per liberarle in cambio di tutti i detenuti nelle prigioni
    israeliane. E’ impossibile dire se queste parole siano state estorte con la
    violenza o con l’inganno o se riflettano la disperazione di persone che sono state
    sottratte alla loro casa con la violenza più bestiale, in mezzo a scene
    inenarrabili di morte e torture e sono in prigionia da quasi un mese,
    probabilmente senza notizie e in condizioni di grave disagio fisico. In ogni
    caso esse non hanno nessuna responsabilità e le loro dichiarazioni mostrano
    solo l’inumanità dei terroristi, il tentativo disperato di Hamas di salvarsi
    provocando divisioni nel campo israeliano e magari di ottenere una sponda da
    altri stati nel loro sforzo di fermare l’avanzata israeliana, giocando sul
    fatto che alcuni dei rapiti hanno un secondo passaporto. Hamas, per esempio, ha
    promesso alla Russia, che sempre più si presenta come la loro potenza
    protettrice, di trovare e liberare otto cittadini russi che sarebbero presenti
    fra gli ostaggi, distinguendoli dagli altri, come già facevano certe volte i
    nazisti con gli ebrei. L’uso dei rapiti come pedine contro Israele è un gioco
    sordido che non ha avuto nessun successo; ma è probabile che sarà ripetuto e
    variato, cercando di contrapporre la liberazione degli ostaggi alla distruzione
    di Hamas, che invece fanno entrambi parte dei compiti non negoziabili di
    Israele. La prova è la liberazione, avvenuta ieri sera, da parte dei militari
    israeliani di una soldatessa che era stata rapita il 7 ottobre, Ori Megidish,
    che è stata recuperata in buone condizioni, grazie all’azione dell’esercito e
    dei servizi. Al contrario purtroppo, è stato accertato che una ragazza tedesca
    di 22 anni, Shani Louk di cui esisteva un filmato dove la si vedeva rapita al
    rave party, ferita e umiliata, ma si pensava fosse viva fra gli ostaggi, era
    stata invece decapitata dai suoi rapitori dentro Gaza.

    L’avanzata

    L’operazione di terra delle truppe israeliane a Gaza
    procede, allargandosi progressivamente. Il portavoce dell’esercito ha
    dichiarato: “Nelle ultime 24 ore, le nostre forze hanno ampliato la propria
    area di operazione nella Striscia di Gaza. Ciò include nuovi reparti di
    fanteria, carri armati, artiglieria e truppe del genio. Decine di terroristi,
    rintanati negli edifici, hanno tentato di attaccare le truppe israeliane in
    arrivo. Stiamo effettuando attacchi aerei contro di loro, ma ci sono anche
    scontri diretti tra le nostre unità di fanteria e i terroristi di Hamas.” Il
    portavoce usa molta vaghezza sui dettagli dell’operazione e non dice quasi
    nulla su dove e con quali forze Israele operi a Gaza, certamente per non
    aiutare il nemico con le sue informazioni. Si sa che sono state inflitte forte
    perdite ai terroristi in questa zona e che un riservista israeliano vi è
    mancato per il rovesciamento di un carro. Fonti palestinesi hanno pubblicato un
    video in cui si vede che i carri armati israeliani sono già all’incrocio di
    Natzarim, a circa un terzo da nord dell’autostrada Salah al-Din, la principale
    via di comunicazione che percorre per il lungo tutta la Striscia, in una
    posizione a metà strada fra la barriera di sicurezza e il mare. Il piano
    israeliano sembrerebbe ora quello di isolare, utilizzando uno spazio agricolo
    senza ostacoli né gallerie, la parte urbanizzata a nord della Striscia, dove
    l’esercito era già entrato dal confine di Eretz, in modo da ripulirla prima di
    entrare nel centro di Gaza City ed eliminare anche lì i terroristi. I
    combattimenti urbani sono la parte più difficile e pericolosa del lavoro, per
    cui non bisogna farsi eccessivi ottimismi: i combattimenti andranno avanti
    ancora a lungo.

    I combattimenti

    Negli altri teatri di guerra, gli scontri sono continuati
    come nei giorni scorsi. Al nord sono continuati gli scambi di colpi di bassa
    intensità con Hezbollah e forze siriane. A Gaza l’aviazione israeliana è
    riuscita a liquidare alcuni comandanti terroristi ed è intervenuta anche a
    Jenin, dove c’è stato uno scontro con un gruppo di terroristi. C’è stato un
    tentativo di attentato nella periferia di Gerusalemme concluso con la
    liquidazione del terrorista. Insomma, nonostante manifestazioni e veri e proprio
    pogrom in alcuni paesi (fra cui soprattutto la Russia, non solo in Daghestan),
    intorno a Hamas non si è saldato un vero e proprio fronte di guerra, certamente
    per decisione dei dirigenti dell’Iran, che hanno deciso di attendere un momento
    più opportuno e dunque di lasciare che lo sforzo bellico israeliano si
    concentrasse su Hamas. I terroristi se ne sono apertamente lamentati: dopo i
    ripetuti appelli alla guerra dei giorni scorsi, ieri è girato un filmato con
    dichiarazioni di un dirigente di Hamas che critica pesantemente l’Autorità
    Palestinese, Hezbollah e perfino i loro padroni iraniani per non fare
    abbastanza al loro fianco. E’ un segnale di disperazione che merita di essere
    notato.

     

     

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