L’esercito israeliano ha smentito le voci che circolavano da oltre una settimana sul possibile recupero in Siria da parte di una squadra russa dei resti di Eli Cohen, la leggendaria spia israeliana che riusci’ negli anni ’60 a infiltrarsi nel regime siriano, passando per alcuni anni notizie allo Stato ebraico prima di essere scoperta e impiccata. “Alla luce di diverse richieste, l’ufficio del portavoce dell’esercito israeliano vuole chiarire che non ci sono progressi nella localizzazione del corpo di Eli Cohen e che le voci circa i suoi resti presi dai russi non sono corretti”. Cohen, conosciuto a Damasco con il falso nome di Kamel Amin Thaabet, venne scoperto e impiccato il 18 maggio 1965, dopo aver passato per quattro anni informazioni sulle forze aeree siriane e le postazioni militari sul Golan, aiutando l’esercito israeliano a prepararsi per la guerra dei Sei Giorni del 1967 durante la quale i soldati con la stella di David conquistarono le Alture. Secondo le informazioni rilanciate da Channel 12 la settimana scorsa, una squadra russa aveva riesumato i resti della spia in Siria e li aveva portati via. Uno notizia confutata pochi giorni dopo dallo stesso ministro degli Esteri russo e successivamente da fonti dell’ufficio del premier israeliano che per giorni non avevano voluto commentare. A marzo, Mosca aveva avuto un ruolo nel rientro in patria dei resti di Zachary Baumel, sergente israeliano disperso in battaglia in Libano nel 1982.