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    Si rafforza il sistema difensivo di Israele

    In questi giorni è stata consegnata alla Marina israeliana la corvetta missilistica “Maghen” (“Scudo”), la prima di una serie di quattro che arriveranno entro l’anno prossimo,  cui si aggiungeranno tre nuovi sottomarini in arrivo fra il 2021 e il 2027. “Maghen” è la nave più avanzata delle Forze di Difesa di Israele e probabilmente dell’intero scacchiere mediterraneo orientale, e lo sarà ancor di più dopo che nei prossimi mesi le saranno aggiunti i sistemi d’arma e l’elettronica prodotta in Israele, rendendola pienamente operativa nel 2022. Si tratta di un investimento molto consistente sulla difesa marittima, voluto da Netanyahu anche contro le resistenze dello stato maggiore. Insieme al rinnovamento della flotta aerea con gli aerei invisibili F35 e presto forse anche i più agili F22, e allo schieramento di sistemi antimissile multistadio, questo è un segnale del cambiamento in corso nella difesa di Israele, di fronte alla nuove realtà strategiche. I pericoli per Israele non vengono più, come in passato, dai carri armati dei paesi vicini: anche dalla Siria e dal Libano, i soli nemici terrestri confinanti rimasti tali, gli attacchi possibili sono missilistici, come quelli che potrebbero partire da Iran e Yemen. Essi potranno essere contrastati con gli antimissili e con i bombardamenti aerei e solo dopo e parzialmente neutralizzati dalla conquista terrestre delle basi. La marina deve invece assicurare la sicurezza delle piattaforme petrolifere e contrastare le possibili azioni ostili provenienti dalla Turchia. I sottomarini e anche le nuove navi, grazie alla loro mobilità e alla difficoltà di essere raggiunte, col loro armamento missilistico (forse nucleare) garantiscono una decisiva dissuasione israeliana contro attacchi di sorpresa che potrebbero arrivare dall’Iran e permettono di proteggere le rotte vitali per i rifornimenti. Al di là delle contingenti variabili politiche, nel grande gioco della politica mediorientale non è possibile presentarsi impreparati di fronte alle guerre possibili e bisogna anticipare i pericoli con molti anni d’anticipo. Un lavoro vitale, di cui questa nuova nave è una tappa importante.

     

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