Tel Aviv è una metropoli estremamente affascinante. C’è un’atmosfera speciale che aleggia nella città, un vero mosaico in rapida evoluzione che si estende dal nord, passando per Florentin, fino alle zone settentrionali della città, per arrivare al lungomare e più a sud a Giaffa. Tel Aviv è una città che morde, una vivace calamita cosmopolita per consumatori di cultura, uomini d’affari, acquirenti, turisti e appassionati di delizie di ogni tipo. Tuttavia, a quanti di noi è successo, proprio mentre ci si dirige verso il nostro ristorante preferito, passeggiando lungo uno degli ampi viali alberati di chiederci perché quella via si chiami esattamente così?
A tal proposito, in Israele è uscito un nuovo interessante libro sul tema dal titolo “50 delle strade più intriganti di Tel Aviv – The Lives Behind the Names” edito dalla casa editrice israeliana Gefen. Si tratta di un progetto corale di: Ziv Korenm, Miryam Sivan, Ellin Yassky. Un testo capace di scavare all’interno della storia della città per spiegare passo dopo passo la storia dietro ai cartelli stradali che si incontrano passeggiando tra le vie rumorose e colorate della città. “The Lives Behind the Names” è un viaggio all’interno della storia di uno dei luoghi più magici e cosmopoliti dello Stato Ebraico. D’altro canto, sebbene sia vero che la maggior parte di noi sa chi sono Chaim Weizmann ed Eliezer Ben-Yehuda, esistono anche nomi le cui storie sono meno note, come ad esempio Moshe Leib Lilienblum. Non tutti sanno che Lillenblum, un gentiluomo il cui nome abbellisce oggi l’importante strada vicino all’estremità meridionale di Allenby Street, fosse in realtà uno scrittore lituano nato nel 19° secolo. Non solo, anche attivista sionista ma soprattutto una forza trainante dietro il movimento Hovevei Zion.
Un’altra interessante curiosità spiegata all’interno del libro è legata alla famosa piazza, che si trova sull’arteria che commemora Meir Dizengoff, la strada prende il nome di sua moglie, Zina. Sebbene i nomi maschili delle strade siano ancora di gran lunga superiori rispetto a quelli femminili, il libro sottolinea la presenza di strade intitolate a donne come ad esempio: Hannah Semer, la prima redattrice capo donna del paese, e l’erede della catena di grandi magazzini Marks & Spencer Rivka Sieff, il cui vasto lavoro filantropico include la creazione di WIZO (l’Organizzazione sionista internazionale delle donne). È presente anche Henrietta Szold, fondatrice di Hadassah, la Women’s Sionist Organization of America. “Nelle parti più antiche di Tel Aviv, ci sono pochissime strade intitolate a donne”, sottolinea Sivan, co- autrice del libro “Ho insistito però perché fossero tutte descritte nel libro. Le cose, per fortuna, oggi sono migliorate rispetto al passato. Nelle parti più nuove di Tel Aviv, a nord, come Ramat Aviv e dintorni, ci sono molte altre strade che prendono il nome da donne”.
Sebbene le strade descritte nel libro siano circa 50 strade su centinaia il testo è una guida interessante e alternativa della città in grado di restituire al lettore informazioni inedite su quei nomi scritti sui cartelli dietro il quale esiste un universo spesso sconosciuto.