
Purim, che si celebra il 14 di Adar, è una delle festività più gioiose e colorate del calendario ebraico, celebrata con grande entusiasmo in tutto il mondo. Oltre alla sua allegria, la festività ha un profondo significato simbolico, che si riflette nelle numerose tradizioni che la caratterizzano. Una fra queste è il fatto stesso di travestirsi, mascherarsi per nascondere la propria vera identità.
Quest’anno, un affascinante spunto di riflessione arriva dall’archivio del Keren Kayemeth LeIsrael – Jewish National Fund (KKL-JNF), che ha recentemente svelato tre rare fotografie che documentano le celebrazioni di Purim nella Terra d’Israele degli anni ’20. Le immagini, scattate da uno dei fotografi più noti dell’epoca, Shmuel Joseph Schweig, offrono una visuale unica su come veniva vissuta questa festa a un secolo di distanza.
Le foto ci mostrano un Purim molto diverso da quello che conosciamo oggi, un Purim che non era ancora influenzato dall’industria dei costumi o dalle moderne tradizioni commerciali. In un periodo di risorse limitate, la comunità ebraica in Terra d’Israele celebrava con grande fantasia e creatività, dando vita a costumi che riflettevano i valori e i sogni sionisti del tempo. Le immagini ci immergono in un’epoca in cui le strade erano piene di bambini e adulti che si travestivano, rafforzando l’identità collettiva della comunità.
La prima foto, scattata nel marzo del 1928, ritrae un bambino vestito da marinaio. Il costume, che include un’uniforme e un cappello, rappresenta una nave del KKL, un simbolo della “navigazione” del popolo ebraico verso le rive sicure della terra. La seconda foto mostra un bambino travestito da albero di agrumi. Questo costume, decorato con foglie e rami, e arricchito con arance vere, è un forte simbolo dell’identità israeliana, di una profonda connessione tra la terra e il popolo. La terza immagine, scattata nel 1926, presenta due bambini con costumi distintivi: uno indossa un vestito diviso, metà bianco e metà nero, mentre l’altro è vestito con abiti decorati con simboli ebraici, tra cui la Stella di David e il logo del KKL.
Come sottolinea Efrat Sinai, responsabile del dipartimento degli archivi del KKL-JNF, queste immagini “offrono uno spunto affascinante sui primi giorni della società israeliana, quando la comunità ebraica, con risorse limitate, dava vita a celebrazioni creative e significative”.
Con la loro creatività, simbolismo e il forte legame con la terra, queste immagini ci parlano di un popolo che stava man mano costruendo la propria identità e il proprio futuro in un angolo di terra che da lì a poco sarebbe diventato una grande casa per gli ebrei di tutto il mondo.