La prima sonda lunare
israeliana – finanziata da fondi privati – ha iniziato questa notte il suo
viaggio verso la Luna, dove dovrebbe arrivare in sette settimane facendo di
Israele il quarto Paese capace di riuscire nell’intento. La sonda è stata
lanciata questa notte, alle 3:45, da Cape Canaveral su un vettore Falcon 9
della Space-X: il lancio è stato seguito in Israele da numerosi ingegneri e dal
primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha sventolato la bandiera dello Stato
ebraico al Centro di controllo della società spaziale Israeli Aerospace Industries,
partner del progetto. Circa mezz’ora dopo il suo lancio, più di 750 chilometri
sopra l’Africa e ad una velocità di 35.000 chilometri orari, il secondo stadio
del vettore ha rilasciato la sonda, chiamata Bereshit (Genesi, in ebraico). La
sonda, del peso di 585 chili, dovrebbe allunare l’11 aprile prossimo: oltre a
raccogliere dati sulla formazione del satellite, la sonda contiene anche dei
cd-rom con disegni di bambini, canzoni e immagini di simboli israeliani, gli
oggetti personali di un sopravvissuto alla Shoah e una Bibbia.
Fino ad oggi solo Stati
Uniti, Russia e Cina hanno inviato delle sonde sulla Luna e solo la Nasa è
riuscita a portare degli astronauti sul satellite fra il 1969 e il 1973, grazie
al programma Apollo; da allora tutte le missioni lunari si sono limitate a
sonde e satelliti, e la costruzione di un insediamento lunare rimane al momento
allo stato di progetto. L’India spera di diventare il quinto Paese a inviare
una sonda sulla Luna nella prossima primavera con la sua missione
Chandrayaan-2. Il Giappone prevede di inviare una piccola sonda lunare,
chiamata Slim, per studiare un’area vulcanica entro il 2020-2021. Per quanto
riguarda gli americani, il ritorno sulla Luna è ormai diventato un obiettivo
ufficiale della Nasa, secondo le linee guida del presidente Donald Trump nel
2017.