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    ISRAELE

    Ostaggi e terrorismo psicologico: il piano di Hamas per colpire Israele dall’interno

    Se Israele continuerà ad attaccare la Striscia di Gaza, gli ostaggi torneranno a casa “dentro le bare“. Questa è la minaccia lanciata da Hamas attraverso una dichiarazione di Abu Obeida, portavoce delle Brigate Ezzedine Al-Qassam. Il gruppo terroristico prosegue la sua guerra psicologica, cercando di dividere l’opinione pubblica, soprattutto in Israele, e attribuendo la responsabilità della morte degli ostaggi al governo di Netanyahu.
    Un piano dettagliato è emerso da un pizzino manoscritto ritrovato nei tunnel di Gaza. Secondo quanto riportato da La Repubblica, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno trovato un elenco di punti, mostrato da Channel 12, uno dei canali televisivi israeliani più informati, che sembra essere stato redatto da Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza.
    Dal documento emerge l’intenzione di Hamas di intensificare la pressione sulla questione degli ostaggi, con l’obiettivo di destabilizzare l’andamento della guerra. Si evidenzia inoltre come Hamas miri a sfruttare le divisioni sociali all’interno della società israeliana. Per raggiungere questo scopo, il piano prevede la diffusione di immagini e video degli ostaggi israeliani, l’intensificazione della pressione psicologica sul ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e, cosa più importante, “spingere sulla linea narrativa che Netanyahu è responsabile unico di quanto sta succedendo”.
    L’ultimo punto del documento fornisce una risposta all’uccisione di Hersh e agli altri cinque ostaggi. L’esecuzione degli ostaggi israeliani catturati il 7 ottobre viene presentata come un mezzo per contrastare la narrativa israeliana secondo cui un’intensificazione militare aumenterebbe le probabilità di liberarli. In questo contesto, Hamas ha recentemente impartito nuove istruzioni alle guardie su come gestire gli ostaggi nel caso in cui le truppe israeliane si avvicinassero ai luoghi in cui sono detenuti.

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