
Nel cuore della guerra, è nata un’iniziativa carica di amore familiare. Si tratta di “Operation Hug”, un progetto che ha reso possibile oltre 1.200 incontri tra ‘soldati solitari’ dell’esercito israeliano e i loro genitori, provenienti da 64 paesi diversi. Lanciata nel 2023 da Nefesh B’Nefesh insieme a FIDF e JNF-USA, l’operazione finanzia viaggi per permettere ai genitori di raggiungere i figli in servizio attivo. L’obiettivo è offrire un conforto umano e rafforzare i legami familiari, anche in tempi di grande tensione.
L’iniziativa è stata pensata per sostenere i cosiddetti “lone soldiers”, ovvero quei militari che prestano servizio in Israele senza avere la famiglia nel Paese. Attraverso “Operation Hug”, i genitori dei soldati possono volare in Israele per abbracciare i loro figli. L’incontro avviene in un momento delicato, in cui molti di questi giovani combattono nel contesto della guerra tra Israele e Hamas, iniziata il 7 ottobre 2023.
I genitori coprono solo una piccola parte del costo del biglietto, mentre il resto è totalmente finanziato dalle organizzazioni coinvolte. Il programma è stato recentemente ampliato per includere anche quei genitori che non avevano mai potuto beneficiare dell’iniziativa e che non vedevano i loro figli da oltre un anno.
Steve Weil, amministratore delegato di FIDF, ha condiviso che il programma riflette l’impegno dell’organizzazione nell’offrire sostegno continuo e concreto ai soldati solitari. Deborah Riegel, presidente della Task Force Nefesh B’Nefesh presso JNF-USA, ha sottolineato l’impatto emotivo dell’iniziativa: “Non c’è nulla che possa sostituire l’abbraccio di un genitore”. Anche il rabbino Yehoshua Fass, cofondatore di Nefesh B’Nefesh, ha descritto questi momenti di ricongiungimento come “profondamente commoventi”. “Operation Hug” è più di un semplice viaggio: è un ponte tra chi serve il Paese con coraggio e chi, da lontano, non ha mai smesso di amare e sostenere lo Stato d’Israele.