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    ISRAELE

    OGGI NO, PIANGIAMO LE NOSTRE FIGLIE E I NOSTRI FIGLI

    A voi che siete occupati a firmare le petizioni contro Israele

    Siamo in strada, in tutti gli incroci di Israele, con le bandiere, i palloncini arancioni, le immagini di Batman e il cuore frantumato, a dare l’ultimo saluto a Shiri, Ariel e Kfir Bibas e, con loro, a 55 ragazzini al di sotto dei 17 anni ormai dimenticati, bruciati, strangolati, decapitati e massacrati il 7 ottobre.
    In questo giorno terribile, mi arriva l’immagine di un appello firmato da correligionari, pubblicato su un quotidiano italiano, che punta ancora il dito contro Israele. Un appello che rievoca i tanti appelli dei primi anni Ottanta, prima dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982, quando le bombe dei terroristi uccisero il piccolo Stefano Gaj Tachè.
    Il cuore mi batte e sembra voler saltar fuori dal petto. Stiamo sotterrando tre anime innocenti, vittime di chi voleva cancellarci dalla faccia della terra e ne abbiamo ancora 67 reclusi nel buio dei sotterranei di Gaza, di cui non sappiamo il destino. Stiamo cercando di smantellare centinaia di tunnel, su tutti i confini, colmi di missili puntati verso le nostre case. Abbiamo liberato migliaia di terroristi con le mani insanguinate per poter rivedere pochi ignari rapiti dai loro letti o mentre danzavano felici, di cui non conosciamo il destino, e stiamo cercando disperatamente le energie per riprenderci dal collasso in cui ci hanno fatto precipitare da 16 mesi e voi SIETE OCCUPATI A FIRMARE LE VOSTRE PETIZIONI CONTRO Israele? Io non sono il governo di Netanyahu. Io non vado in giro a bruciare alberi di ulivo, io combatto da sempre per il dialogo, la collaborazione e l’educazione al rispetto reciproco e, come me, più della metà dei cittadini israeliani, ma con la vostra firma voi incriminate Israele e soprattutto mettete in pericolo voi stessi, Ebrei della Golà (Diaspora), perché noi continueremo a difenderci ma il terrorismo continua a colpire spietatamente. La violenza senza limiti del fondamentalismo continuerà a colpire finché non riceverà le terre “dal fiume al mare” (slogan che avrete sentito risuonare, nelle comode piazze europee), finché non creerà un “califfato” in tutta questa zona, finché continuerà a ricevere la benedizione del cosiddetto mondo “civile” di cui fate parte.
    Buon proseguimento, continuate a guardare la TV, a leggere i giornali e a pascervi nei vostri salotti. Noi continueremo a condurre le nostre lotte. Fidatevi di noi. Noi, qui, in Israele, continueremo a scendere in piazza, a batterci per la giustizia e per la democrazia. Per un Paese dove regna l’umanità, il pensiero umanistico, la solidarietà, il rispetto e l’uguaglianza tra tutti i suoi cittadini. Non abbiamo bisogno del vostro aiuto. Se questo è il vostro aiuto!

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