Skip to main content

Ultimo numero Luglio- Agosto 2024

Luglio-Agosto 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Netanyahu in buone condizioni dopo l’operazione, mentre la Knesset discute della riforma giudiziaria

    Un’operazione al cuore mentre è in corso una delle battaglie fondamentali per il governo e controverse per il paese. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è “in buone condizioni” dopo che la scorsa notte è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per l’impianto di un pacemaker. Lo ha reso noto il centro medico Sheba di Tel ha-Shomer (Tel Aviv) dove la settimana scorsa gli era stato installato un Holter sottocutaneo. “L’operazione è stata portata a termine con successo. Netanyahu resterà per il momento nel reparto cardiologico”. Il premier, secondo i media, prevede di essere dimesso fra alcune ore per raggiungere la Knesset dove oggi inizia il dibattito per l’approvazione della prima fase della discussa riforma giudiziaria. 

    Intanto, continuano le proteste per la revisione dei poteri della Corte Suprema israeliana, che secondo i suoi detrattori della riforma verrebbe indebolita. Alcuni studenti hanno allestito tende nel Saker Park di Gerusalemme, nei pressi della Knesset, il parlamento israeliano. “Non ci muoveremo fino a quando il disegno di legge non sarà bloccato”, ha annunciato il gruppo su Twitter in un messaggio accompagnato da fotografie delle tende già allestite nel parco. E decine di migliaia di persone sono arrivate ieri pomeriggio davanti alla Knesset, mentre manifestazioni sono state indette anche davanti alla residenza ufficiale del primo ministro. In tutto, sono state oltre 150 le proteste in tutta Israele.

    Più di 100 ex capi della sicurezza israeliana hanno poi firmato una lettera per chiedere al premier israeliano di fermare la legislazione e migliaia di riservisti militari hanno dichiarato che non si presenteranno più in servizio con la preoccupazione che gli interessi di sicurezza del Paese possano essere minacciati. Secondo “Brothers in Arms”, un gruppo che rappresenta i soldati in pensione, sabato sera altri 10.000 riservisti hanno annunciato la sospensione del servizio.

    All’interno del governo, spicca la posizione di protesta del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che starebbe cercando di rinviare il voto finale. La legge dovrebbe essere approvata dalla Knesset domani o martedì nonostante le contestazioni. In comunicato del ministro della Difesa ripreso dal ‘The Times of Israel’, Gallant afferma di “voler prendere provvedimenti per raggiungere un ampio consenso e garantire la sicurezza dello Stato di Israele”.

    I manifestanti accusano il governo di voler indebolire i poteri della Corte Suprema di fatto sottoponendola al potere esecutivo. 

    CONDIVIDI SU: