Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu dovrà essere presente domenica in tribunale all’apertura del processo nei sui confronti per tre casi di corruzione. La procura, riferiscono i media israeliani, ha respinto la richiesta del premier, che voleva disertare l’aula. Secondo i suoi legali si tratta solo di un’udienza tecnica e la sua presenza costerà una “fortuna” per la sicurezza creando anche problemi in tempo di coronavirus. La procura ha però risposto che Netanyahu deve comparire davanti al tribunale distrettuale di Gerusalemme anche per garantire al pubblico che il processo sia condotto in maniera equa. Il leader del Likud, che nega tutto, è accusato di aver offerto favori politici in cambio di coperture favorevoli sui media e di aver accettato lussuosi doni da uomini d’affari.
Netanyahu è il primo capo di governo israeliano in carica a dover affrontare un processo per corruzione. La Corte Suprema ha stabilito che ciò non gli impedisce legalmente di governare, permettendo così l’insediamento domenica scorsa di un nuovo esecutivo da lui guidato. Benny Gantz, leader del partito Blu e Bianco, ha accettato di entrare al governo, di cui diventerà primo ministro fra 18 mesi. E’ stato messo così fine ad uno stallo politico di oltre 500 giorni, con tre appuntamenti elettorali. Gantz si è arreso di fronte all’emergenza coronavirus, dopo aver promesso di non governare mai con un politico incriminato per corruzione. Ha però ottenuto il ministero della Giustizia per il suo partito. (Civ/Adnkronos)