Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, e e il leader del partito Blue e bianco, Benny Gantz, si sono incontrati ieri a Tel Aviv, ma ancora una volta non sono riusciti a trovare un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale che metta fine allo stallo politico in cui è precipitato il paese. Il fallimento dell’incontro, durato appena 45 minuti, rende più probabili elezioni anticipate. Se non si formerà un governo entro l’11 dicembre, ISRAELE dovrà infatti tornare alle urne per una terza volta nell’arco di un anno, dopo le elezioni di aprile e settembre. A impedire l’intesa fra i due principali partiti israeliani– Blu e Bianco e il Likud di Netanyahu – è l’accordo sulla rotazione dell’incarico di capo del governo. Accordo reso più difficile dal fatto che Netanyahu è stato incriminato per corruzione. Entrambi i leader vogliono guidare il governo per primi. Capo del partito con più deputati, Gantz non vuole un esecutivo guidato da un primo ministro incriminato. Propone dunque che ‘Bibi’ governi per secondo, se nel frattempo sarà stato assolto. Netanyahu si dice innocente e parla di tentato golpe giudiziario ai suoi danni. E vuole far valere il suo peso elettorale di capo di un’alleanza che comprende anche i partiti alla sua destra e ortodossi. Il leader di Blu e Bianco insiste però nel trattare con il premier nella sua veste di leader del solo Likud. Terminato l’incontro, riferiscono i media israeliani, il Likud ha accusato Blu e Bianco di non aver accettato le sue “ampie concessioni”. Ma secondo il partito di Gantz, Netanyahu non ha fatto nessuna nuova offerta, nè si impegnato ad astenersi dal chiedere in parlamento l’immunità contro le accuse di corruzione. (Civ/AdnKronos)