I testimoni della tragedia della notte scorsa al Monte Meron per le celebrazioni di Lag BaOmer raccontano di uno scenario catastrofico.
“Ci sono stati momenti in cui mi sentivo come se stessi per morire”- racconta Avreimi Nivin di Gerusalemme a ynetnew.com – “C’erano persone sotto di me che non respiravano, bambini e anziani. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era il mio bambino di tre mesi. Non volevo che diventasse orfano. Alcune persone sono scivolate e sono cadute, e altre semplicemente sono cadute sopra di loro. La gente ha iniziato a urlare e ad un certo punto hanno smesso di respirare”.
Nivin è stato ricoverato allo Ziv Medical Center nella vicina Safed “Anche quando sono arrivati i soccorritori, hanno tirato fuori le persone come pezzi di un puzzle, scoprendo quali arti appartenevano a quale persona. Dopo che la polizia ha rimosso le barriere su entrambi i lati, parte della pressione su di noi è stata tolta”.
Chaim Wertheim , anche lui trasportato all’ospedale di Safed, ha detto che pensava che il terreno fosse bagnato: “Era scivoloso e per qualche motivo le persone hanno smesso di muoversi, ma altri continuavano ad arrivare da dietro. Centinaia gridavano che non potevano respirare. Sono svenuto un paio di volte”, ha detto.
Dvir Cohen: “Le squadre di emergenza hanno tirato fuori dal mucchio le persone come fossero mattoni del lego. Sono rimasto intrappolato per qualcosa come 10 minuti, ma non ho rotto le ossa e sto bene”