Il ministro israeliano dell’intelligence Eli Cohen e’ stato il primo esponente del governo di Gerusalemme a visitare il Sudan. La scorsa settimana, Cohen e il ministro della difesa sudanese Yassin Ibrahim Yassin hanno firmato a Khartoum un memorandum d’intesa su “questioni diplomatiche, di sicurezza ed economiche”. Cohen ha anche incontrato il leader di transizione sudanese Abdel Fattah al-Burhan. La delegazione guidata da Cohen e’ rimpatriata alcune ore dopo, prima che Israele chiudesse l’aeroporto internazionale come misura anti-contagi. Il Sudan e’ il terzo dei quattro paesi arabi che hanno aderito alla normalizzazione dei rapporti avviata con gli Accordi di Abramo. Il Sudan aveva inviato truppe contro Israele nelle guerre del 1948 e del 1967. Successivamente aveva ospitato terroristi di al-Qaeda e il transito di armi iraniane dirette a Hamas.
L’attuale governo di transizione, subentrato al dittatore Omar al-Bashir rovesciato nel 2019, cerca di portare il paese verso la democrazia. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno rimosso il Sudan dalla lista degli stati sponsor del terrorismo. Nell’incontro si e’ anche discussa la possibilita’ che Israele si unisca al Consiglio dei paesi arabi e africani del Mar Rosso e del Golfo di Aden, fondato circa un anno fa. Diversi paesi del Consiglio come Arabia Saudita, Gibuti, Somalia e Yemen non hanno rapporti ufficiali con Israele. I rappresentanti israeliani hanno anche presentato possibili progetti economici congiunti su acqua, agricoltura, energie rinnovabili, salute e aviazione. I rappresentanti sudanesi hanno detto che si stanno adoperando per cancellare le leggi sul boicottaggio di Israele e le norme che prescrivono il carcere per i migranti sudanesi che rimpatriano. Attualmente in Israele ci sono circa 6.200 emigrati sudanesi.